Regia di Renny Harlin vedi scheda film
E’ proprio vero. Il leggendario Sig. Wolf di pulpfictiana memoria (LAMPUR-Immorale) è tornato; ma finalmente vestendo i panni del protagonista (dopo tanto “lavoro sporco” clandestino era doverosa un’ufficiale investitura di legalità) e, stavolta, interpretato dal simpatico S.L. Jackson (e non più dall’altrettanto simpatico H.Keitel).
Soluzione che funziona bene all’inizio (confermo l’opinione di molti), ma, secondo me, pure dopo (anche se, in effetti, non è che nei minuti successivi la sceneggiatura insista più di tanto sulle tecniche procedurali impiegate dal “cleaner” protagonista, poiché, nel frattempo, la CSI si macchia del sangue di un presunto “Serpico” e, quindi, presto si aggrovigliano molteplici filoni tematici che finiscono per inquadrare il poliziesco entro i canonici binari - anche un poco arrugginiti a ben vedere - dei film di quel genere).Piuttosto (mi si conceda una boutade coerente con il tono goliardico del commento), è il vedere E. Mendes - così rigidamente abbottonata in austeri e casti tailleur - sprecare il suo “talento” (uno ne ha, mica altri) ad essere alquanto deludente. In più, il buon “vecchio” E.Harris mantiene quel suo bel faccino simpatico da “sbirro” vissuto che la colpevolezza gliela si legge in faccia da un miglio di distanza (non c’è speranza: E.Harris sta ai film drammatici e ai thriller come il maggiordomo sta ad un qualunque classico giallo d’antan. Colpevole per ineluttabile, consumata formula narrativa).
Ciò non toglie - dicevo - che il thriller, oltre ad analizzare le dinamiche prese in oggetto da un angolo visuale piacevolmente non convenzionale, procede sempre con il giusto ritmo; i protagonisti, poi, interagiscono egregiamente davanti alla mdp e il climax narrativo riesce a mantenere, se non un andamento propriamente ascendente, comunque neanche uno discendente per cui mi sento di promuovere il film di Harlin con una solida sufficienza.
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