Regia di Yojiro Takita vedi scheda film
Leggendo che il regista era specializzato in "soft core" li per lì sono rimasto stupito, ma poi ho capito che uno dei pregi del film è proprio l'esaltazione del corpo umano (anche se defunto) quale contenitore dell'anima, ma non per questo da disprezzare quando l'anima è volata via. La fatica e il tempo impiegato per abbellire la spoglia parrebbero vani, visto che immediatamente dopo essa viene distrutta dall'inceneritore, ma è proprio questo che umanizza la morte e rende i vivi ancora vincenti rispetto ad essa : la morte non è che un "passare un cancello, dove al di là la vita continua come prima" dice l'incaricato del forno crematorio. Tutta la pellicola ci porta a questa considerazione ma vuole anche insegnarci che se si possiede il senso dell 'arte , qualunque attività venga svolta essa si troverà a beneficiarne ed il lavoro diviene creazione.
Un bravo violonvcellista in seguito allo scioglimento dell'orchestra si trova costretto ad impiegarsi come ritoccatore di cadaveri presso un'agenzia di pompe funebri.
L'ignobile titolo italiano americaneggiante.
Meravigliosa e leggera, aiutata da una splendida e cromatica fotografia ; la naturalezza di recitazione degli attori e dei comprimari è in gran parte merito di questo regista che , secondo me, ha delle doti superlative.
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