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Nemico pubblico. Public Enemies

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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La recensione su Nemico pubblico. Public Enemies

di Houssy
8 stelle

Non è un caso che due degli esempi più straordinari di cinema dell’ultima stagione, compiano il proprio epilogo nel buio di una sala cinematografica. Questo luogo magico, da anni disertato dal grande pubblico a scapito di un’ onnivora fruizione più casalinga, riacquista la sua dignità, la sua essenza, la sua vera anima. Sia nel capolavoro di Tarantino che in quello di Michael Mann, perchè diciamolo subito di capolavoro si tratta, la sala cinematografica torna ad essere protagonista, regalando al cinema la stregata magia che aveva perduto. Grandissimo cinema, che vive nel ferino, fragilissimo volto d’angelo caduto di Jonny Depp e nel ferino, fragilissimo volto d’angelo vendicatore di Christian Bale. Grandissimo cinema d’azione e morte, d’amore e vita. Grandissimo cinema di un tempo, con uno sguardo a Hawks e l’altro a Ford. Grandissimo cinema e basta. L’odissea e la parabola di Dillinger viene raccontata da Mann con lo spietato, indulgente, benevolo occhio di un padre, troppo innamorato dei propri figli. John Dillinger è il cinema del passato, elegante, lussuoso, ricco e bellissimo, la sua nemesi è il cinema nuovo, arrogante, sicuro di se, spietato e bellissimo. Con la morte del primo le cose non saranno più le stesse, cambieranno le regole e gli schermi rimpiccioliranno sempre più, segnando la fine di un’epoca. Il re è morto, evviva il re. Dillinger se ne va e con lui il suo sogno e il suo cinema, ultimo baluardo di una realtà altra dilatata all’infinito nel magico buio della sala cinematografica. Al di fuori c’è la realtà vera, crudele, patrigna e severa, la realtà che punisce gli eroi ed uccide i sogni. Il cinema però è immortale, Clark Gable è là, sullo schermo, bello come non mai, per sempre giovane, per sempre vivo. Un privilegio che non riguarda noi spettatori, umani, morti, stregati, rapiti, abbandonati a noi stessi e sperduti nella tenebra di una notte nera e senza luna. La luce del proiettore ci indica la via, ci illumina la strada, il sogno continua, eternamente diverso, eternamente uguale, su quei volti, nelle nostre lacrime… Bye bye Blackbird.

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