Regia di Michael Crichton vedi scheda film
“La presenza di tanto oro in un posto solo suscitava naturalmente l’interesse della criminalità inglese. Ma a tutto il 1855, non c’era mai stata una rapina in un treno in movimento.”
Partono i titoli di testa, sulle entusiasmanti musiche di Jerry Goldsmith, ed è subito un tuffo al cuore. Era da tempo che non rivedevo questo film, piccolo cult incontrato per la prima volta da ragazzino durante qualche nottata insonne. E 1855 - La grande rapina al treno conserva ancora intatto tutto il suo fascino, la scaltrezza della trama, la divertente e appassionante preparazione del piano organizzato dal ladro-gentiluomo Edward Pierce (Sean Connery), insieme all’amante Miriam (Lesley-Anne Down) ed all’esperto scassinatore Robert Agar (Donald Sutherland), per impadronirsi dell’oro trasportato sul treno per Folkestone e destinato alle paghe dei soldati inglesi in Crimea.
Parte 1: effettuare un duplicato delle quattro chiavi che aprono la cassaforte, appartenenti ai dirigenti della banca “Hundleston & Bradford”. Per farlo bisogna studiare ed analizzare attentamente le abitudini dei possessori delle chiavi, i loro punti deboli: “Il gioco. Il bere. Le donne. Nessun gentiluomo rispettabile è rispettabile fino a quel punto”. Parte 2: sviare i sospetti ed eliminare chi ha intenzione di fare la spia (l’acrobata “Clean Willy” su tutti). Parte 3: salire sul treno e, mentre questo è in movimento, entrare nell’apposito scompartimento ed apire la cassaforte. Ma tutti i piani, anche quelli perfetti, hanno i loro imprevisti. E saper far fronte a tali imprevisti è il compito principale di un ladro che si rispetti.
Negli anni Settanta Michael Crichton alternava la carriera di romanziere a quella di regista cinematografico (aveva esordito con il cult di fantascienza Il mondo dei robot). Nel 1975 aveva scritto il romanzo La grande rapina al treno, basato sugli avvenimenti reali di quella che fu ribattezzata come la prima rapina ad un treno in movimento. Tre anni dopo Crichton si occupa personalmente anche della regia e della sceneggiatura del film tratto dal suo romanzo. 1855 - La grande rapina al treno è un divertente, scanzonato e appassionante racconto avventuroso. Un film che non prevede tempi morti, con una sceneggiatura irriverente che non sbaglia un colpo ed una gustosa e attenta ricostruzione d’epoca. Gli interpreti, poi, recitano in modo sopraffino. Bravissimi Donald Sutherland, Lesley-Anne Down e Alan Webb, ma su tutti svetta un impareggiabile Sean Connery, che tratteggia un truffatore "canaglia" e galantuomo. Basta guardarlo nella scena in cui è costretto a corteggiare la figlia bruttina di un vecchio banchiere, e si destreggia in irresistibili discussioni a doppio senso con la giovane e spregiudicata moglie dello stesso banchiere.
“Io ho passato moltissime ore piacevoli qui, a guardare gli operai introdurre ogni pezzo nell’apposita fessura. Che destrezza!”, comincia spudoratamente lei. “Li inchiavardavano, vero?” ribatte lui. “Si, con lunghi bulloni spinti dentro”. “Io torno adesso dall’America, là sono davvero dei maestri nel montare” “E' così eccitante vedere delle cose che crescono, se la rapidità non nuoce alla durata...” “Rapidità e durata, quello è il segreto!” “E' così raro di questi tempi” “Dipende dalla classe dell’operaio, naturalmente!”
Naturalmente.
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