Regia di Enrico Oldoini vedi scheda film
Vizi (moltissimi) e virtù (quasi nessuna) degli italiani nel primo scorcio del terzo millennio. C'è l'aristocratico che dimentica il bon ton e smoccola al primo inconveniente, il ragazzo che arriva a rubare una sedia a rotelle pur di entrare gratis allo stadio, i poveracci che sognano consumi in grande, quelli che abbandonano i cani per strada, la strizzacervelli infingarda, l'attore che si fa pagare per presenziare ai funerali, la mamma che farebbe di tutto per apparire in tv. Questa e altra plebaglia compone il mosaico a 16 episodi di un film che vuole essere la fotografia aggiornata ai tempi che corrono di due vecchi cult del genere, I mostri (1963) e I nuovi mostri (1977). Oldoini recluta due figli d'arte (Giacomo Scarpelli e Silvia Scola) per la stesura di un copione incolore, si fa forte di un'esperienza analoga (i due film sugli anni '90) ma resta il regista delle vacanze di Natale e dei film interpretati da Massimo Boldi. Trent'anni dopo i mostri non sono più l'eccezione ma la regola e nel raccontarli la satira di costume sbiadisce, la politica svanisce e la voglia del regista di buttarla in farsa prende il sopravvento. Il merito di qualche risata a denti stretti è solo dei guizzi di qualche singolo attore, Buccirosso e la Ferilli su tutti.
Per la cronaca, i titoli degli episodi sono "Ferro 6", "Razza superiore", "Unico grande amore", "Euro più euro meno", "Il malconcio", "Fanciulle in fiore", "Il vecchio e il cane", "Terapia d'urto", Padri e figli", "Insano gesto", "La testa a posto", "Seconda casa", "La fine del mondo", "Cuore di mamma", "Povero Ghigo", "Accogliamoli".
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