Regia di Enrico Oldoini vedi scheda film
Se Dino Risi, prima da solo, e poi accompagnato da Ettore Scola e Mario Monicelli, aveva tratteggiato con colori avvelenati le brutture e i vizi degli italiani di due decenni attigui, in un'epoca di recessione e critica come l'attuale ci riprova, con un pò di alterigia se posso permettermi, Enrico Oldoini, che pure di presentabile in carriera non ha fatto grandi cose, soldi incassati a parte. Dico alterigia perchè ripropone al fotogramma alcuni episodi ripresi papali papali, senza spirito citazionista vero e proprio, ma probabilmente con la presunzione di saper fare uguale ai maestri della commedia italiana, e tant'è. Nel tirassegno di sceneggiatori e regia ci sono riccastri bon vivants che si scoprono più avvezzi all'insulto caciarone al primo contrattempo, pettegoli da palazzo, snob da spiaggia, sottoproletari che sfruttano immigrati messi peggio di loro, psicologi che esercitano manipolazione su pazienti messi male, e quanti altri ancora, ma il sarcasmo pesante messo in gioco non riscuote alcun riso, nè suggerisce la riflessione amara, e neppure ci porta davanti agli occhi alcun riflesso italico che si vorrebbe fustigare.In un film noiosissimo, senza alcun guizzo di regia, con attori buttati via in particine improbabili o unicamente indicabili come stinte macchiette,si salva unicamente l'episodio con Abatantuono attore di successo e Bisio invece interprete al palo, che si recano ad un funerale di uno sconosciuto con il divo che decanta a caso le doti di chi non ha mai conosciuto. Per il resto, una pellicola mal riuscita e smorta,che appunto una certa pretenziosità presente tra le righe induce lo spettatore a cassare del tutto.
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