Regia di Alain Tanner vedi scheda film
Tanner non rifà ma rivisita il suo La salamandra (1971), aggiornandolo ai tempi: Rosemonde, che anni prima aveva ucciso un uomo che voleva violentarla, vende a una tv i diritti sul trattamento della propria storia, poi ci ripensa; allora la tv le invia Marie per convincerla a collaborare. La parte migliore del film non è tanto la (scontata) denuncia dell’invadenza dei media quanto la descrizione dello strano rapporto che si crea fra le ragazze, la proletaria Rosemonde che lavora in un bistrot e l’intellettuale Marie che prepara il ruolo di Henriette per una recita di Les femmes savantes di Molière: due mondi lontani che si studiano con curiosità reciproca, provocando qualche divertente corto circuito (Rosemonde apre a caso Ulysses di Joyce e lo trova osceno...), e che a un certo punto provano anche a scambiarsi di posto. La parola francese del titolo significa “baraonda”, e rende bene il clima di allegra confusione del film.
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