Regia di Brad Anderson vedi scheda film
Il rumore come fonte d'ossessione e d'orrore.La storia di un tranquillo impiegato in un call center che ,perduto il figlio per un infame malattia,matura una capacità sovraumana di percepire conversazioni anche a distanze da cui non sarebbe possibili.E questa sua nuova capacità lo condiziona a tal punto da sfociare nella tragedia.Brad Anderson per me è un grandissimo regista capace di concentrarsi sulle fonti d'orrore che sgorgano fuori dalla quotidianità asfissiante che viviamo.Mentre in Session 9 e in L'uomo senza sonno gli scenari erano talmente destrutturati da essere apocalittici(il manicomio dismesso da restaurare e la fabbrica) qui lo scenario intorno al protagonista è falsamente rassicurante(a parte quella sottile inquietudine che riseva la massificazione del call center)con le sue villette medio borghesi e i pratini ben curati.In realtà diventa l'amplificatore di tutto il marasma ossessivo che si sta agitando dentro la sua testolina.L'orrore di Anderson è più suggerito che mostrato a parte le ultime terribili sequenze,viene evocato tutto un universo di rumori a varie gradazioni che progressivamente sgretola quello che è rimasto dell'impalcatura neronale del cervello del protagonista portandolo alla pazzia vera.Con questo spunto si sarebbe potuto creare un altra figura di supereroe con il classico armamentario di superproblemi finalizzati però alla solita mania di salvare il mondo.Anderson invece legge il tutto dalla prospettiva esattamente opposta,individuale.Maneggiare le paranoie individuali è esercizio altamente artificioso e rischioso ma Anderson domina questa materia con uno stile sicuro e che semina ovunque i piccoli segni premonitori della rovina....
non male
funziona
ok
è il perfetto uomo medio,quello che normalmente non si nota...
secondo me è un grande regista,da tener d'occhio anche per il futuro
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