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Diverso da chi?

Regia di Umberto Carteni vedi scheda film

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La recensione su Diverso da chi?

di (spopola) 1726792
4 stelle

Una farsaccia un po’ pecoreccia che “cazzeggia” (tanto per rimanere “aderenti” al tema) con troppa disinvolta estemporaneità sull’argomento “pruriginoso” della diversità intercalato con furbesco tempismo, con i temi caldi di uno scontro politico davvero poco ideologico e molto “salottiero” per come vengono condotti i giochi e le schermaglie.

Io francamente non so se ridere o se invece piangere…. Insomma avrete capito che a me non ha sconfinferato troppo questa banalizzazione esteriorizzata piena di stereotipi e luoghi comuni non solo per quanto riguarda il “costume” ma anche sul versante della satira politica, tutto così ovvio e scontato da risultare più che divertente (o salacemente irriverente che dir si voglia) francamente irritante per non dire addirittura un po’ “penoso”. Personaggi così poco attendibili (credibili), da risultare davvero (nessuno escluso) poco distanti dalla macchietta “tipicizzata”: un altro Luca dunque che è… ma… forse… no, non lo è più… ma poi… già…. è meglio forse non sbilanciarsi troppo e far finire ogni “salmo in gloria”… (come puntualmente accade qui) così che tutti possano essere “felici e contenti” e nessuno si indisponga più di tanto, visto che i ringraziamenti dei titoli di coda lasciano intendere che questa volta c’è persino il beneplacito dell’onorevole Grillini a sdoganare la bontà impertinente dell’assunto. Perfetto… lecito e legittimo, ci mancherebbe… ma io non ci sto (e un po’ preso in giro mi ci sento, devo confessarlo apertamente) perché mi sembra che si sia anche qui molto prossimi a Povia o giù di lì (e forse per alcuni versi persino in maniera peggiorativa, anche se meno “equivoca”)… e c’è da chiedersi allora se sia nato prima l’uovo… oppure la gallina (sul fronte dell’ispirazione “tematica”, voglio dire). No, davvero: credo che prima poi qualcuno dovrà rendersi conto che l’omosessualità è una cosa seria, e come tale deve essere trattata anche nei toni della commedia… che i personaggi devono avere una loro credibilità “attendibile” (anche “motivazionale”) a sorreggerli nei “movimenti” e nelle decisioni, che non si può arrancare così in superficie mischiando tutto alla carlona, come in una farsaccia un po’ pecoreccia che “cazzeggia” (tanto per rimanere “aderenti” al tema) con troppa disinvolta estemporaneità sull’argomento “pruriginoso” della diversità intercalato con furbesco tempismo, con i temi caldi di uno scontro politico davvero poco ideologico e molto “salottiero” per come vengono condotti i giochi e le schermaglie (il paradosso espanso che “estremizza” ciò che televisivamente è già sotto gli occhi di tutti giornalmente e nulla aggiunge oltre al “risaputo” un po’ goliardico). Gli attori fanno quel che possono ovviamente, e a loro volta avranno “certamente i tempi giusti”, ma straripano un po’ troppo (e non è certo colpa loro, ma del contesto). Tutti professionali ed “impegnati” allora, da “assolvere” e lodare, ma (ed è ancora un mio personale giudizio sconsolato) bisognosi di una causa migliore da onorare… per essere davvero apprezzabilmente corrosivi. L’unica cosa davvero interamente soddisfacente, è il “ripescaggio” (quello sì ironico e appropriato) della canzone che conclude l’opera (un po’ troppo poco per i miei gusti).

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