Regia di Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Giambattista Avellino vedi scheda film
Paolo e Gaetano sono due cugini, i cui rispettivi padri sono entrambi proprietari dell'albergo Grenci. Ad un certo punto Paolo, colpito dalla disperazione, pensa di suicidarsi buttandosi dal cornicione. Interviene l'infermiere che tenta con successo di fargli cambiare idea e durante il diverbio tra i due cugini s'intravede il prete (l'intellettuale della situazione) che per comprendere l'accaduto ci porta a quando i loro padri litigarono ed ereditarono la struttura a Paolo (Valentino Picone) e a quando i due cugini passavano le giornate sedute sulle panche di pietra giocando a carte. A mettersi in mezzo a questa "matassa" (dati gli intrecci infiniti) è la mafia, interessata all'acquisizione dell'albergo. Il finale non è per niente male anche se ormai poco originale. La storia è incentrata maggiormente sui due cugini e sugli antagonisti che interpretano i membri della mafia. Quasi la compresenza dell'elemento serio e tragico e dell'elemento ilare e comico rappresentato dalle disavventure e gag del duo comico. Paolo rappresenta colui che è tonto e che ha timore di qualsiasi cosa mentre Gaetano l'uomo razionale che se ne approffitta della situazione di Paolo per "sbrogliare la matassa" e riappacificare tutto. Diversi i rimandi all'infanzia mediante salti temporali. La colonna sonora composta da Paolo Buonvino è idonea alla situazione: malinconica nei momenti del ricordo e briosa nei momenti di comicità ed ilarità. Tutto sommato non è male come film. Si distacca molto dai cinepanettoni di Massimo Boldi. Ne consiglio la visione a grandi e piccini. Voto 6
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