Regia di Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Giambattista Avellino vedi scheda film
Solita commedia degli equivoci, con una trama piuttosto lineare (il titolo del film, come esplica in esergo un redivivo, e sempre bravo, Pino Caruso si riferisce ad alcune annose situazioni familiari). E solita attenzione alla realtà contemporanea (crisi economica, matrimoni di straniere con italici vegliardi, criminalità diffusa, strapotere economico cinese). Anche i meccanismi narrativi non cambiano: flashback e lieto fine, utopistico ma doveroso. Insomma tutto già visto, o quasi, nei precedenti lavori del duo comico palermitano. Eppure c'è un passaggio, se vogliamo troppo melenso ma comunque efficacissimo, in cui la rappacificazione tra i due cugini (“nemici” per onorare il padre e la madre) comincia a prendere piede, che ha una forza emotiva probante e soprattutto originale rispetto alla poetica di Ficarra e Picone, nonché dello storico sceneggiatore “Mediaset” Giambattista Avellino, qui anche regista. Film gradevole, ma non degno di menzioni speciali.
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