Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Mi dispiace dirlo perchè adoro Herzog ma questo film non mi ha entusiasmato.Certo è meglio del pantano in cui si ficca qualche anno dopo assieme al cattivo tenente di New Orleans ma anche qui si vede il film e si rimpiangono i bei tempi andati.Non è molto corretto attaccarsi al passato ma quando vedi Herzog che si butta a capofitto nella giungla del Vietnam ti viene da pensare che starai per assistere a qualcosa di memorabile.Al mondo probabilmente non c'è nessun regista che meglio di lui riesca a cogliere l'intimità della Madre/Matrigna Natura e il suo rapporto controverso con l'entità uomo .Qui invece non accade nulla di tutto questo.O meglio accade poco che possa rinvigorire l'interesse.E quel poco è proprio quella sezione incentrata sulla fuga in cui il protagonista più che combattere contro i vietcong è costretto a lottare per sopravvivere contro gli elementi naturali.Troppo poco,sono pochi minuti che non riescono a sollevare il film da un dignitoso anonimato.Credo che la maggior colpa da imputare a Herzog è che questo film più che suo sembra di Christian Bale che ormai ci ha abituato a radicali trasformazioni corporee durante alcune pellicole in cui recita.Quel sottoporsi a regimi ultradietetici stile survival games(o reality shows come famigerate Isole di ex o finti/aspiranti famosi che accettano la fame pur di ritornare in auge) in cui si dimagrisce a vista d'occhio in pochissimo tempo e che piacciono tanto ai membri dell'Academy Awards(che più che all'attore l'Oscar lo dovrebbero consegnare al dietologo che riesce a far sopravvivere la star di turno senza eccessivi danni a un regime alimentare da fame).E'lui l'attore da blockbuster che incombe sul film e la cinepresa sembra essere solo per lui.Herzog fa solo la figura del professional ingaggiato a suon di dollaroni solo per far fare una bella ,porca figura a Bale.E da uno come Herzog non te lo aspetti.A meno che non usi i dollaroni guadagnati in progetti come questo per fare qualcosa di più personale.Parlando più approfonditamente del film esso è basato su una storia vera di un aviatore americano rimasto per diversi mesi prigioniero dei vietcong.Tutto già visto in dozzine di altre pellicole quindi non particolarmente originale.Un merito di Herzog è quello di aver tenuto a bada la retorica filoamericana che in mano ad altri si sarebbe divorata il film.L'alba della libertà è un film sulla prigionia e sulla sofferenza fisica che tempra l'animo,un inno alla solidità dello spirito che va oltre la fragilità del corpo.Non è un film sulla guerra(che si vede solo sullo sfondo) oppure un film politico.Eppure la mano di Herzog si vede raramente.Il doppiaggio non è all'altezza.
regia non particolarmente brillante
solita parte da funambolo della bilancia
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