Regia di John Duigan vedi scheda film
Tra dramma e commedia,la storia di Molly, una ragazza affetta da autismo
Il rampante pubblicitario Buck McKay, ha una sorella autistica, della quale a malapena ricorda l’esistenza, in quanto dopo la morte dei genitori l'ha relegata in un istituto psichiatrico e da allora,preso dalla sua ambiziosa carriera, l’ha come rimossa dai suoi pensieri e dai suoi interessi. Un giorno la clinica chiude per carenza di fondi e Buck è costretto a riprendersi in casa la sorella, ormai adulta. Dopo un inizio di convivenza burrascoso, Buck dovrà rivedere tutta la sua vita e le sue abitudini, costretto a tollerare le strane bizze di Molly, una donna con la mente di una bimba, senza freni inibitori, infantile e al contempo impertinente, un impegno che gli prende tempo ed energie, facendogli perdere fidanzata e lavoro, tuttavia il rapporto fra i due si fa sempre più intenso. Buck si dedica con affettuosa pazienza a Molly, che non sa niente della vita e si affaccia al mondo per la prima volta, con grande candore e ingenuità, ma anche con una saggezza di fondo, che prescinde dalla sua malattia, le insegna le cose più elementari,come andare in bicicletta, ricordare il suo nome e l’indirizzo di casa, ma soprattutto come badare a se stessa. Molly stravolge la vita di Buck dandole un nuovo senso, più ampio e gratificante. Peraltro la sua situazione mentale sembra sensibilmente migliorare, allorquando è sottoposta ad una sperimentale operazione di impianto di cellule rigenerative, che potenzia il cervello,restituendole una vita quasi normale, solo che il progresso è temporaneo, presto Molly tornerà purtroppo, ad essere quella di prima,ma il legame con il fratello ormai consapevole della forte carica umana della sorella, non si interromperà,finale dunque all'insegna dell'happy-end,poco verosimile,ma di grande "appeal"
Chi ha visto anche il film “Risvegli” con De Niro, avrà notato delle forti analogie. Evidentemente la fonte d’ispirazione è la stessa, solo che nel caso precedente la malattia era una gravissima forma di encefalite letargica, nella fattispecie invece si tratta di autismo. Pur non essendo né medico, né tantomeno neurologo, non posso comunque fare a meno di constatare una certa semplificazione, nella descrizione della sintomatologia della malattia. Tuttavia il film nel complesso non è male e l’interpretazione della protagonista femminile, è abbastanza convincente.
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