Regia di Courtney Hunt vedi scheda film
La crisi economica attanaglia anche la terra di nessuno.La cinepresa si sofferma crudele sul volto di una donna di mezza età che porta sul volto i segni impietosi del tempo.Lo sguardo è abbassato,l'occhio è sbarrato,quasi vitreo,poi la palpebra si chiude e vengono fuori due lacrime come goccia di rugiada a imperlarle il volto.E'il benvenuti all'inferno di questo film con cui la regista Courtney Hunt accoglie gli spettatori.Una famiglia ristretta,un uomo assente scappato chissà dove portandosi via i soldi della casa prefabbricata che lui e la sua famiglia stanno sognando da tempo,scappato per la malattia del gioco o forse semplicemente per fuggire da quello squallore verso mete più affascinati come Atlantic City.Due figli,uno di quindici anni che si sente inadeguato a una situazione economica pesantissima dovendo andare a scuola e uno più piccolo con un televisore a cristalli liquidi che lo traghetta e lo culla allo stesso tempo trasportandolo in un mondo innocuo in cui sognare,quello dei cartoni animati e delle pubblicità di giocattoli.In mezzo c'è lei,Ray,un posto part time a un negozio di minuteria che si vede passare sotto il naso la casa prefabbricata già ordinata assieme al marito,che vede continuamente infranti i suoi sogni di vita migliore,costretta a rimpinzare i figli di aranciata e pop corn.A cena e colazione.Abitano in un rudere prefabbricato troppo piccolo per loro,con il gelo che ghiaccia i tubi,in mezzo a un paesino fatto di nulla.Un benzinaio che a vederlo non sembra messo molto bene,una sala di bingo alcova infingarda di sogni di ricchezza mal riposti,un drugstore anni 70 ,ghiaccio e freddo dappertutto.E ci sono dei cartellii verdi che ricordano che quella è la terra dei Mohawk,con la loro giurisdizione a parte.Dall'altra parte c'è Lila,donna Mohawk che lavora al Bingo e che ha preso in prestito,per modo di dire, la macchina che ha abbandonato il marito di Ray.E Lila se la passa ancora peggio se possibile,visto che vive in una roulotte isolata nei dintorni del fiume San Lorenzo che demarca il confine tra Canada e Stati Uniti.E le due dopo un approccio difficile scoprono gradualmente di essere una necessaria all'altra per guadagnare i soldi che servono per Ray,la sua casa e i suoi figli e per Lila,che ha un figlio di un anno da mantenere e da riprendersi,visto che è stato preso dalla suocera.Ray e Lila per necessità si mettono a trafficare in clandestini con la Dodge Spirit di Ray a trasportarli attraverso il fiume ghiacciato,nella terra di nessuno.Ma non può durare per sempre...Sinceramente credo sia sbagliato catalogare questo film tra i thriller.E'un film che ha una certa suspense ma è dovuta alla condivisione da parte dello spettatore dell'ansia di due delinquenti per caso,del fatto che temerariamente attraversano un fiume ghiacciato con l'auto contro ogni logica di sicurezza.E' un processo di immedesimazione che fa saltare il cuore in gola,che fa fremere a vedere la macchina della polizia ferma in un angolo di strada o a parlare con un poliziotto.E'un film che affronta molte tematiche importanti e che vive soprattutto di un efficacissima descrizione d'ambiente.Un fiume ghiacciato che è una linea di confine fittizia che separa due nulla,uno di nazionalità americana e uno di nazionalità canadese.Un mondo sepolto sotto il ghiaccio e sotto temperature quasi artiche in cui il freddo entra anche dentro le persone quasi svuotandole dei sentimenti.Possiamo vedere il traffico di immigrati come l'ennesima variante del sogno americano,stavolta non legale,un modo per svincolarsi da un mondo così inospitale.E oltre a questo oltre a far vedere l'altra faccia dell'America in maniera così efficace il film quasi annota l'assenza degli uomini,il difficile rapporto tra i genitori e i propri figli,la crisi economica completa e che sembra irreversibile se non si usassero mezzi meno leciti,l'empatia tra due donne che hanno in comune la disperazione.E'un mondo ben strano quello in cui la massima aspirazione è un prefabbricato con tre camere da letto e se questo può costare qualche mese di prigione,beh allora che prigione sia.Un piccolo gesto caloroso in attesa di un futuro migliore.La Hunt usa con una certa frequenza piani lunghissimi per contrapporre piccoli insignificanti umani con le loro auto agli immensi scenari naturali ricoperti da ghiaccio,usa il fragore del silenzio per dare forza all'espressione cinematografica,usa due attrici tra loro diversissime ma accomunate da una bravura anomala.Un piccolo film che con la sua apparente lentezza denuncia un disagio sociale evidente,un razzismo strisciante(se sei bianca i poliziotti non ti fermano a meno che fai qualcosa di stupido),un rimodellamento dei sogni di chi vive in quelle lande così inospitali.E se prima l'immigrato o infrangere la legge poteva far paura,ora,se non hai niente da perdere,se non hai nulla da mangiare e rischi di rimanere senza un tetto sopra la testa ,perchè avere paura di pagare magari un piccolo prezzo?E la famiglia si allarga in un ultimo tentativo di ricercare la felicità,praticamente un utopia....
nella parte di Bernie
bravo nella parte di Billy
il losco trafficante canadese francofono.
non male nella parte di Jimmy
ottimo nella parte di Ricky
bravo nella parte di TJ
bravo
non male
non bellissima ma energia da vendere
un fascio di nervi e di lacrime.Eccezionale
esordiente ma con il suo bel bagaglio di stile
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