Regia di Fritz Lang vedi scheda film
film influentissimo su decenni e decenni di cinema del crimine, rivisto oggi ha essenzialmente due difetti: 1) la progressione narrativa risulta un po' macchinosa e i dialoghi verbosi; 2) in certi punti, il film pare soffrire il fatto di essere in una "terra di mezzo" nella storia del cinema (a cavallo tra l'era del muto e quella del sonoro). Tuttavia, si tratta di un capitolo imprescindibile nella storia della Settima Arte. Opera straordinariamente innovativa ed attuale sia per la forma (geniale l'utilizzo del sonoro, del montaggio e dei movimenti di macchina), sia per i contenuti (l'annoso dilemma sul conflitto tra vendetta e perdono, tra esigenze di giustizia e necessita' di tolleranza; il tema della colpa e della responsabilita'). Film spaccato in due parti: la prima, di stampo sociologico, con politici, sbirri, mala, mendicanti e gente comune, tutti schierati contro il "mostro", ciascuno per ragioni diverse; la seconda, di carattere psicologico, prova a spiegare le ragioni del killer (e qui, Peter Lorre ci regala momenti strazianti e sconvolgenti, come la celebre arringa conclusiva). Tra le scene da ricordare, l'omicidio fuori campo (10 anni prima di Tourneur) nella parte iniziale e il processo-incubo conclusivo.
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