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M, il mostro di Düsseldorf

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su M, il mostro di Düsseldorf

di berkaal
10 stelle

Fumo. Tantissimo fumo. Quale significato attribuiva Fritz Lang a tutto quel fumo? La forma del film è smagliante, la fotografia a tratti è divina, la sostanza è molto densa, e pone interrogativi pesanti. Il film è ricchissimo, una miniera di situazioni, immagini, concetti. La violenza è solamente immaginata, o rappresentata simbolicamente, dalla palla, dal palloncino. L'inquadratura dell'ispettore Karl Lohman da sotto la scrivania vale tutto il film. Il processo al mostro pare che Fritz Lang l'abbia preso dall'"Opera Da Tre Soldi" di Brecht, a chi scrive invece ha ricordato Pierre Gringoire di fronte alla Corte dei Miracoli. Il discorso finale di Hans Beckert ha il respiro di una tragedia shakespeariana. Il regista non si schiera sulla pena di morte, dà un colpo al cerchio e uno alla botte, quando si sbilancia troppo in un senso, subito compensa nell'altro, e ovviamente lascia il dubbio, il dubbio che deve sempre illuminarci la strada.

 

Visione del 4 Maggio 2024 - Film di idee, pochissima azione, non cruento, non violento, non sanguinario, la vicenda è narrata con i guanti bianchi. Primo film sonoro di Lang, primo film a tema "giudiziario", primo film che usa un brano musicale come leit-motiv, un capolavoro. Lang nel 1930 pubblica un inserzione dichiarando che il prossimo film si sarebbe chiamato Mörder unter uns (Un Assassino Tra Di Noi), il partito nazista la prende male, pensa che il titolo si riferisca ad Adolf, il regista spiega il soggetto, i nazisti si tranquillizzano ma Fritz cambia ugualmente per evitare problemi. Purtroppo in Italia il film viene intitolato riferendosi ai fatti avvenuti a Dusseldorf negli anni Venti, ma in realtà la vicenda è ambientata a Berlino. Molti elementi del film corrispondono a verità: l'organizzazione della Ringvereine, la mafia tedesca, ed il sostegno economico che questa forniva alle famiglie degli affiliati che venivano incarcerati, la "spaccata" nella banca, la polemica sull'ammissibilità della pena di morte, e molto altro ancora. La prima si tenne a Berlino l'11 Maggio 1931, il 30 Gennaio del 1933 Hitler viene nominato cancelliere, nello stesso anno vengono aperti i primi campi di concentramento, Peter Lorre (vero nome László Löwenstein, ebreo) fugge a Parigi e poi a Londra. Film di idee, di critica sociale, film filosofico, per Fritz Lang il motivo principale per cui realizzò l'opera che riteneva la sua migliore, sta tutto nell'ultima frase: "Bisogna proteggere i propri figli".

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