Regia di Jean-François Richet vedi scheda film
Si completa il dittico dedicato alla figura di Mesrine. Qui le sparate sono forti, il bandito avrebbe addirittura preso in ostaggio un giudice per garantirsi l'ennesima evasione, è troppo per chiunque credervi. Eppure... cercando la biografia di Mesrine appare chiaro come tutto ciò che questa pellicola ha raccontato, seppur con toni enfatici e talora romanzati, è rispondente al vero. Jacques Mesrine ne esce fuori paradossalmente vincente, costringe lo stato ad usare i suoi sistemi e portarlo al silenzio senza l'uso della giustizia. Il seguito di Istinto di morte è all'altezza del precedente e sarebbe stato strano il contrario. Cassell dilaga, la storia avvince ed il ritmo è forsennato. Probabilmente rispetto al primo capitolo c'è qui un modo di salvare la figura del celebre bandito, dorandola con una patina di poesia e di fascino e sorvolando su alcune atrocità che eppure in aula gli sono contestate ma su cui il regista non indugia troppo. Il finale, vero, da il colpo di grazia mostrandolo come vittima di un sistema che non riesce a combatterlo e decide di assassinarlo. Consigliato.
Non l'avrei mai detto, molto molto bravo.
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