Regia di Jean-François Richet vedi scheda film
Seconda parte del dittico sulle 'imprese' di Jacques Mesrine: inferiore alla prima ma pur sempre buon cinema. Tra i difetti ho riscontrato una certa ripetitività nelle situazioni - i rapimenti e le evasioni - e, in particolare, nella scena del pestaggio del giornalista un ricorso al grandguignolesco che si scontra con il rigore mostrato nel resto del film. Un autentico pezzo di bravura la sequenza ripresa dall'inizio de 'L'istinto di morte', vista in questo caso dalla parte dei poliziotti: questo fà si che la prospettiva viene completamente ribaltata ed il cacciatore si trasforma in preda delle forze dell'ordine, che non esitano al ricorso alle maniere forti pur di sbarazzarsi del pericoloso criminale, mettendo in atto una tecnica, l'agguato, tipica dei gruppi terroristici. Va da sè che Cassel è un vero 'mostro' di bravura, assecondato dalle prove di Mathieu Amalric, Ludivine Sagnier, nei panni della compagna che quasi ci rimette la vita e da un irriconoscibile ma sempre bravo Olivier Gourmet, nel ruolo del commissario che dà la caccia al latitante. Voto: 8.
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