Regia di Jean-François Richet vedi scheda film
Girato con ottima tecnica, con una macchina da presa nervosa e scattante, nonché con un montaggio, quando ci vuole, serrato, questo secondo capitolo della saga di Mesrine sa essere anche commovente (l’ultimo abbraccio con il padre, l’incontro in carcere con la figlia), anche se più spesso è movimentato, talvolta eccedendo con gli inseguimenti. Che fanno parte integrante della carriera di un delinquente – anzi: del numero uno dei delinquenti -, ma non possono costituire l’ossatura di un film.
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