Regia di Aleksandr Dovzenko, Julija Solnceva, Jurij Avdeenko vedi scheda film
Documentario che narra con l'enfasi retorica propagandistica e la sobria commozione poetica la resistenza del popolo ucraino contro l'invasore nazista. La voce esterna riesce a cogliere l'emozione della scena, ora con toni sprezzanti, ora pacati, ora trionfanti. Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, il nazismo viene dipinto come il male assoluto da estirpare, elogiando il comunismo sovietico come roccaforte di bene e pace, trascurando ovviamente la componente patriottistica della resistenza. L'ssimoro "guerra pacificatrice" trova risalto nel contrsto tra le crudissime immagini dei caduti, assiderati nel gelo delle steppe russe, con l'idillica rappresentazione della campagna. Celebrazione del lavoro come segno di purezza d'animo, ideale primo e assoluto di bene: ecco quindi le improbabili immagini di raccolti fiorenti, segno di come "la forza del popolo ucraino non si lascia schiacciare dalle ferite del nazismo". Nessuna pietà per il nemico: i fascisti sono "peggio delle bestie", "miserabili che non meritano neanche di marcire sulla nostra terra". Giudizi impetuosi, alternati con astuzia a messaggi di pace.
un manifesto di immagini montate per onorare gli ideali sovietici, senza trasurare mai la drammaticità del momento storico.
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