Regia di Duilio Coletti vedi scheda film
Un giovane pastore, falsamente accusato di omicidio, non si discolpa per non compromettere la sorella di un ricco possidente con la quale ha una relazione; fuggito, viene ucciso dalla polizia insieme alla madre. Anni dopo, sua sorella vuole vendicarsi di chi le ha distrutto la famiglia: si fa assumere come serva in casa del possidente, decisa a mettere contro padre e figlio. Il film combina insieme vari melodrammi, uno più cupo dell’altro. L’antefatto (i primi 15’) è una storia archetipica d’amore e morte, che poi viene mitizzata e diventa un argomento per i cantastorie: l’unica traccia concreta che ne resta è una casa diroccata, che sembra colpita da una maledizione. Nel presente ci sono tre linee che si intersecano: la vendetta perseguita con fredda lucidità dalla bambina diventata donna; il cieco orgoglio del padre padrone, che anche in punto di morte pensa solo a soffocare lo scandalo; il desiderio di rivalsa di sua sorella, che ha trascorso una vita spenta e vede la possibilità di realizzare il suo sogno d’amore interclassista almeno per interposta persona. Prodotto popolare, ma efficace. Da rilevare il totale fraintendimento di Mereghetti (almeno fino all’edizione 2011), che se ho ben capito confonde i personaggi di Gassman e di Sernas e il cui severo giudizio (una stella e mezza) va dunque considerato inattendibile.
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