Regia di Silvio Amadio vedi scheda film
Un sommergibile con un equipaggio di dieci uomini a bordo sta colando a picco. Gli strumenti di salvataggio permettono la sopravvivenza di uno solo di loro, che si decide di estrarre a sorte. Naturalmente c'è chi non ha intenzione di sottoporsi al sorteggio: il dramma sfocia in tragedia.
Seconda regia, due anni dopo L'ultima violenza (insieme al maestro del melodramma Raffaello Matarazzo), prima a tutti gli effetti in solitaria per Silvio Amadio, che nel successivo quarto di secolo si dimostrerà modesto e prolifico mestierante, dedito a ogni genere di pellicola pur di lavorare. Questo Lupi nell'abisso già ne indica la strada: uno strano ibrido fra il più classico dei film di guerra e il thriller psicologico; purtroppo però le idee di partenza nella sceneggiatura firmata da Luciano Vincenzoni, Gino De Santis, Carlo Romano e dal regista stesso non si sviluppano in maniera adeguatamente convincente, disperdendosi in una narrazione scialba e fotoromanzesca, pregna di pathos e di sentimenti forti francamente evitabili. Specie per il 1959 in cui il film esce, anno nel quale ormai questo tipo di prodottini veniva generalmente soppiantato da opere più solide e verosimili a livello contenutistico (recitazione impostata, dialoghi retorici, azione compresa sostanzialmente in una stanza per la gran parte della trama: i limiti dell'opera sono evidenti). Nel cast troviamo fra gli altri Folco Lulli, Massimo Girotti, Alberto Lupo, Horst Frank, Giancarlo Sbragia, Piero Lulli. Nessun problema per Amadio, che l'anno seguente tornerà sul grande schermo firmando ben due titoli: il peplum Teseo contro il minotauro e la commedia Tu che ne dici?, con protagonisti nientemeno che Vianello-Tognazzi e Fred Buscaglione. Rispetto a ciò, però, con Lupi nell'abisso siamo ancora un bel passo indietro. 2,5/10.
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