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Welcome

Regia di Philippe Lioret vedi scheda film

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La recensione su Welcome

di Peppe Comune
7 stelle

Bilal (Firat Ayverdi) è un ragazzo curdo che si fa migliaia di chilometri a piedi per raggiungere il porto francese di Calais. Qui l'attende l'ultima tappa di un viaggio irto di pericoli e difficoltà per raggiungere la donna amata che si trova insieme alla sua famiglia a Londra. Pensa di attraversare lo stretto della Manica a nuoto e per questo spende tutti i suoi risparmi per iscriversi a una piscina pubblica e pagarsi le lezioni. Qui trova un inaspettato alleato in Simon (Vincent Lindon), un uomo lacerato dal divorzio con la moglie (Audrey Dana) di cui è ancora molto innamorato. Un ex campione di nuoto che, una volta venuto a conoscenza del progetto di Bilal, e non prima di aver superato una reciproca diffidenza, decide di aiutarlo ben sapendo i gravi pericoli a cui va incontro nella Francia che punisce con il carcere il solo fatto di non denunciare dei clandestini.

 

 

"Welcome"del francese Philippe Lioret è un film di commovente sensibilità, pervaso da un realismo dei contenuti che fa pensare un pò al cinema dei Dardenne e un pò a quello di Loach. Li guarda, flirta con loro ma poi si mantiene in una posizione orgogliosamente altra giungendo a un esito diverso e ugualmente felice. E' incentrato scrupolosamente sulla tenera amicizia tra due uomini accomunati dalla medesima voglia di inseguire l'amore di una vita, e per tale scopo si concedono l'uno all'altro dando più importanza alle ragioni del cuore che uniscono gli uomini nel segno della reciproca solidarietà che ai motivi utilitaristici che dividono le persone in virtù di pregiudizi sociali artatamente inculcati. Bilal è disposto a rischiare la vita pur di raggiungere la sua amata, mentre Simon la incontra tutti i giorni ma non ha neanche il coraggio di guardarla negli occhi. Entrambi si ritrovano ad essere soli al mondo in compagnia della paura di non farcela a rimettere in gareggiata la propria vita e l'amore per una donna li spinge quasi naturalmente a scoprire la vicendevole indispensabilità. Il coraggio e la tenacia di Bilal, unite alla sapienza tecnica di Simon, danno corpo a un'entità unica, vivifica per entrambi, il segno tangibile che imparare a conoscere l'altro può anche significare acquistare la forza necessaria per poter tentare sempre un'altro, estremo, tentativo, non perdere la speranza nei propri sogni. Lioret è stato molto bravo a concentrarsi sui particolari minimali che reggono la storia, sugli scarti emotivi e gli sguardi solcati dall'ansia di non riuscire. Tiene sullo sfondo il traffico di carne umana e il razzismo strisciante che serpeggiano in ogni angolo della società civile, pur essendo questi aspetti assolutamente centrali dato il modo in cui Bilal e Simon vengono perseguitati e additati, insieme, una volta che sono diventati un corpo e un'anima. Lioret sceglie di dare più importanza agli uomini che guardandosi negli occhi possono imparare a conoscersi che alle dinamiche del potere che hanno portato ad assimilare l'idea di immigrato con quella di indesiderato. Preferisce l'incontro dei sentimenti puri all'ipocrita scritta di benvenuto su uno stupido zerbino. Le ragioni che uniscono ai motivi che dividono. Grandi attori (un'assoluta sorpresa Firat Ayverdi) per un film bello ed intelligente.

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