Regia di Stephen Frears vedi scheda film
A più di vent' anni da una delle sue pellicole più celebri, Frears torna al dramma in costume e lo fa nuovamente in compagnia della splendida Michelle Pfeiffer. Francia anni '20, siamo nel pieno della cosiddetta belle èpoque, ove tutto è pervaso di sfarzo, lusso e vizio. Fred, maliziosamente soprannominato Chéri, è l' apatico e dissoluto figlio di una celebre cortigiana ormai avanti con l' età ; quest' ultima, abile provocatrice e spietata manipolatrice, decide di affidare il giovane alle cure di Lea, un' amica nonchè collega d' intrattenimento di vecchia data, onde evitare che il giovane intraprenda una brutta strada lastricata di facili eccessi. Nonostante una differenza d' età consistente, i due s' innamorano e portano avanti un' intensa e chiacchierata relazione di sei anni sino a quando, guidato ed influenzato dalla madre, il giovane Fred opta per un matrimonio con una ragazza molto più giovane. Amore, tradimento e rimpianto si susseguono in questa vicenda che al centro di tutto pone il personaggio di Lea, egregiamente interpretata dalla Pfeiffer, che nello strenuo tentativo di avere un pò di felicità e stabilità, prende progressivamente coscienza di essere destinata ad invecchiare in solitudine. In questo senso, il lavoro di Frears può anche definirsi riuscito, basti considerare quel lungo primo piano della protagonista in chiusura del film : magnificamente triste e rassegnato. E' però inevitabile che il pensiero volga a "Le relazioni pericolose" ed è allora che iniziano a prendere forma i primi difetti, o meglio, le lacune di "Chéri". Nonostante il contesto storico sia visivamente reso in maniera ineccepibile, tramite ottimi costumi ed ambientazioni, il film difetta dell' intensità, della cattiveria e della passione necessaria a questo tipo di storie; Kathy Bates dà vita ad una sgradevole figura di madre ma le sue macchinazioni sono blande ed elementari mentre il protagonista maschile, Rupert Friend, è quanto di meno appropriato si potesse trovare per il ruolo del "bello ed impossibile", più femme fatale che sciupafemmine. Non è che si chiedesse al regista un remake o una copia de "Le relazioni pericolose" (a quello comunque ci ha già pensato qualcun' altro) ma durante la visione di "Chéri" si ha la costante sensazione che manchi qualcosa. Forse una maggiore convinzione.
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