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Due partite

Regia di Enzo Monteleone vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Due partite

di zombi
10 stelle

ottimo film. fin dalle scene iniziali sui titoli di testa. visto giusto perchè c'ero. all'uscita nei cinema non so perchè non mi aveva pagato l'occhio. soprattutto la prima parte dove ci sono le mamme. ottima direzione d'attrici, dove non mi sarei mai aspettato prove così convincenti da due attrici di cabaret come la massironi e e la cortellesi. naturalmente dalla buy mi aspetto sempre il suo minimo sindacale che è al disopra della media. le donne della comencini e di monteleone sono donne all'inizio della loro liberazione da un mondo contadino e maschilista che di lì a poco le porterà nel grigiore delle trame atlantiche e degli anni di piombo. si respira la spensieratezza degli anni del boom che portavano sordi a vendere un occhio. le canzonette della pavone. le corse in 600 e le mani da tenere a bada in 500(non chiedetemi perchè in questo ordine). la voglia di mare, la voglia di libertà dalla dittatura della povertà e della guerra che ragazzi vent'anni non sono niente. e invece sono lì a scannarsi nell'unico giorno che si sono riservate. un giovedì per giocare a carte qualche ora. gli uomini, i mariti, la causa delle dolie isteriche della ferrari all'orizzonte. al lavoro, tra le gambe di un'amante nell'italietta del si fa ma non si dice, dove la frase "frase l'amore" si riesce a dire con un risolino nervoso quasi fosse la conquista della luna. ma che differenza c'è alla fine tra le madri e le figlie? l'infelicità non ha decade e non conosce emancipazione. il crescere, il diventare grandi uccide per sempre la prerogativa infantile di vedere le cose in rosa, come una conquista. quando ci si arriva alle conquiste, magari ci si accorge che non si stringe niente in mano che nemmeno il silenzio che attanaglia si può toccare per poterlo cacciare con una manata come fosse una fastidiosa zanzara. la vita è lì, che nemmeno ci osserva. passa.

Su Margherita Buy

margherita ha la bellezza delle margherite. sua mamma o suo padre, le hanno dato un nome che più adatto non si poteva. è semplice come i fiori bianchi che spuntano numerosi dal terreno a colonizzare i prati dopo l'inverno. margherita è sempre margherita. i registi la vogliono così senza quasi mai variare una virgola del suo modo di essere o di divenire. io l'adoro.

Su Paola Cortellesi

grande prova di paola. con quella bocca che non ha nessuna voglia di allargarsi leggermente in un sorriso. lei che invidia ciò che le altre denigrano per noia. la scena migliore è la sua. scoppio d'ira con dialogo brillante e tagliente. uno sfogo temporaneo per non scoppiare per poi rientrare nei ranghi dignitosamente nei ranghi e nei generi imposti.

Su Carolina Crescentini

mi dispiace molto dover dire che la sua è la prova più debole e forzata. purtroppo per rappresentare i tic della madre non basta urlare o scuotere la testa da una parte all'altra con sfarfallio di riccioli. 

Su Isabella Ferrari

isabella è gentilezza dei toni pacati e dei colori pastello e l'ingenuità degli anni in cui si poteva cominciare a pensare che c'era un modo per stare un pò meglio. dietro quegli occhioni sbarrati sempre pronti a versare lagrime c'è una rassegnazione che però non vedrà riscatto.

Su Marina Massironi

la resdaura con la firma congiunta col marito sul conto corrente bancario che non gli manca mai niente. scopo nella vita mettere al mondo dei figli. esattamente quello che sognava la kirsten dunst in mona lisa smile. la dunst ha scoperto prima ciò che la massironi vuole cercare di non vedere.

Su Valeria Milillo

che gradito ritorno quello di valeria. ossessionata dall'aver un figlio e dalla sindrome di emulazione materna che alla sua età già aveva!!... scoppiata, non ci sta mica dentro.

Su Claudia Pandolfi

claudia per me è proprio una gran bella figa! e in più è proprio brava. meno male che i registi se ne sono accorti. ha un che di androgino, mi da l'idea di una tosta. fuma nervosamente una sigaretta finta. 

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