Regia di Enzo Monteleone vedi scheda film
Quattro matrimoni a un funerale. Una sceneggiatura banale e falsa, messa nelle grinfie di un gruppo d'attrici poco ispirate (salverei solo Alba Rohrwacher) e che non credono per niente in quello che dicono. Non c'è mai emozione, mai dramma, mai vero pathos, mai che si possa identificare una qualche situazione credibile o plausibile. E poi quali sarebbero le due partite, se c'è una sola partita a carte? I drammi delle due generazioni di donne - guarda caso, le protagoniste della prima (anzi, unica) partita a carte hanno tutte avuto figlie femmine - si ripetono, senza che alcuna delle donne messe in scena abbia un minimo accenno di coraggio o di orgoglio femminile: la passività si è trasmessa paro paro dagli anni Sessanta ai giorni nostri. La idee confuse sono il tratto comune a chi ha ideato questa ziboba e a chi l'ha messa in scena. L'unica idea "forte" sembra quella, poco raffinata, secondo la quale il poeta Rilke porta merda (o comunque causa dolori lancinanti). A Monteleone consiglierei, prossimamente, un film sull'ippica.
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