Regia di Bertrand Tavernier vedi scheda film
Tavernier, regista solido e vagamente d'autore, torna nel sud degli Stati Uniti, territori già da lui percorsi in passato. Si prende a prestito la figura di Dave Robicheaux, detective sui generis, alcolizzato e dai modi spicci, creato dallo scrittore del Texas, James Lee Burke, e gli regala la fisionomia perfetta di un sempre grande Tommy Lee Jones, malinconico e determinato, claudicante e mesto, e ne segue il peregrinare fra i bayou brumosi della splendida Louisiana. Certo, ci sono gli omicidi, i cadaveri che escono dalle paludi, personaggi loschi e vecchi soldati confederati, che affollano la testa di Robicheaux come vecchi fantasmi, ma il film basa tutto il suo fascino sugli attori, i luoghi, la musica e tutto quell'universo magico e inquietante di quei luoghi. L'uragano Katrina si è appena abbattuto su New Orleans, devastandone il volto e lasciando venire a galla anche gli scheletri di un passato ormai dimenticato. Insieme a Tommy Lee, troviamo attori di grande spessore come John Goodman, sempre adorabile, Peter Sarsgaard e musicisti come Buddy Guy, un gigante del blues, e il grande Levon Helm, voce e batteria di The Band, qui alla sua ultima apparizione cinematografica. Insomma, più che la trama, debole e con un finale buttato lì, qui interessa più il lavoro sui personaggi, sui luoghi, quasi che Tavernier commisti il documentario a un "noir" che sa di "gumbo". Il risultato non è eccezionale, anzi, ma se prendete il passo di Robicheaux, lentamente ne verrete sufficientemente conquistati. Niente di memorabile, ma per chi come me, ama quei luoghi, quella musica, il cajun, Buddy Guy, Tommy Lee Jones e Levon Helm, è una visione più che gradita. Visto in lingua originale, poi, è ancora più godibile.
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