Regia di Bertrand Tavernier vedi scheda film
i morti non riposano nemmeno se gli si mette una pesante pietra sopra la tomba per impedire all'anima di vagare. poi sarà quell'atmosfera irreale creata dalla nebbia e l'instabilità del tempo che da salvifici temporali rinfrescanti possono trasformarsi in uragani devastanti, ma nella luoisiana del dopo katrina vecchi omicidi di stampo razzista si mescolano con nuovi tremendi corpi martoriati da un pazzo. il film di tavernier si salva fino a quando le matasse non si srotolano e tutti i cocci si rimettono a posto dando una forma finita alla trama. mafiosi che partecipano alla produzione cinematografica in corso in zona, fantasmi di soldati confederati che dialogano con lo sceriffo e un attore in perenne stato di alterazione alcolica, devianze mentali che sfociano in terrificanti omicidi sono martoriati e risollevati continuamente da momenti di caldo umido e temporali che mettono sinceramente in uno stato confusionale come se anche noi fossimo coinvolti in quelle storiacce di negri e bianchi, vecchie e nuove tempeste vecchie e nuove storiacce che rovinano l'umanità. tommy lee jones perfettamente a suo agio conduce il gioco e lo spettatore fino al normale, ovvio e restauratore finale che porta tutto il resto del film in un ovvio thriller sudaticcio del sud.
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