Regia di Michele Placido vedi scheda film
Vedendo questo film mi è venuto in mente il motto di Caparezza: "Quanti credono nel sessantotto e quanti vedono del sesso in tutto?". Forse la critica che muovo di più al film è la mancanza di rappresentazione di un sessantotto che fu anche un periodo di fervore intellettuale, di giovani che nel bene o nel male si impegnavano e credevano in alcuni ideali, epoca di grandi fratture sociali, di tensioni che furono alla base degli anni a seguire. Probabilmente, visto il grande risultato di "Del perduto amore", mi aspettavo un taglio politico migliore, un quadro sociale analizzato meglio, dialoghi meno retorici, personaggi meno scontati. Il personaggio di Laura parte bene e poi si perde in un'omologazione imbarazzante. Grandi citazioni, Martin Luther King, Che Guevara, la contestazione al Vietnam:e mi chiedo, ma la cultura era solo importata? Possibile che il sessantotto fu solo una rivoluzione sessuale e non si approfondisca l'importanza delle idee e dei movimenti culturali che si svilupparono in quel periodo? Gli artisti che scendevano in campo, le canzoni che erano espressione della contestazione, gli intellettuali, le idee: la mia percezione è che si sia perso un po' tutto. Certo, è una percezione personale e contestabilissima, ma che esprime bene l'idea che mi ha trasmesso la pellicola. Sarà pure un grande sogno, ma che quello fu il periodo dei sognatori lo dicono tutti, però che bello sarebbe avere ancora sogni così grandi da riuscire a increspare il piattume dello stagno dell'Italia contemporanea!
La canzone finale cantata da Giorgia è a mio parere inascoltabile e fuori tema col suo motivetto pop che secondo me il movimento culturale del sessantotto avrebbe snobbato bellamente. Ma de gustibus...
Non mi è piaciuta la sceneggiatura nella sua banale esposizione di idee politiche preconfezionate. Non mi è piaciuto il montaggio (ralenti e dissolvenze al bianco e nero imbarazzanti). Il soggetto è interessante, sviluppato male. Le intenzioni buone, Placido ha tenuto a mio parere bene la tensione e il film non mi ha annoiato, ma non mi ha neanche coinvolto. Insomma, un film a salve, senza schierarsi troppo proprio come il protagonista del film.
Bravino, ma in certi momenti la sua recitazione mi ha dato ai nervi, forse solo una questione di pelle.
Non mi è piaciuta, l'ho trovata monocorde, anche se la vedo bene nei panni dell'intellettuale sessantottina.
Sottotono rispetto al solito. La trovo sempre bellissima e affascinante, ma in questo film secondo me non brilla, anche se alza la media.
Grande cammeo, non delude mai.
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