La recensione su Una notte al museo 2. La fuga

di supadany

4 stelle

VOTO : 5++.

“Una notte al museo” era un film esile, ma mi aveva fatto ridere di gusto, questo seguito è esile tale e quale, ma la risata piena non c’è quasi mai.

Già questo basterebbe per bocciare un film che inoltre punta sull’accumulo di personaggi (diverse new entry, in generale poco sfruttate) e spazi più ampi, ma senza una costruzione di gag (non dico tanto di storia, che non era proprio una prerogativa pre visione) efficace.

Sembra insomma che tutto sia abbozzato al momento e non frutto di un pensiero coeso fatto a monte (la sceneggiatura parrebbe proprio non scritta).

Così vediamo Ben Stiller prodigarsi per salvare i suoi amici dirottati negli scantinati di un nuovo museo gigantesco insieme alla tavola che al calar del sole li porta in vita.

Qui i cattivi si moltiplicheranno (Capone, Attila e Napoleone), ma ci sarà anche qualcuno che lo aiuterà ad impedire l’invasione dall’oltretomba delle forze del male.

La new entry più gustosa è senza dubbio Amelia Earhart, logorroica e decisamente al passo coi tempi che cambiano, mentre le altre lasciano decisamente il tempo che trovano (poco).

Peccato che il resto affondi, tra un doppiaggio che urla vendetta e dialoghi tutt’altro che irresistibili (tra le altre Giulio Cesare che in pericolo esclama “Totti aiutami tu!!”).

Dunque un’operazione inutile, studiata poco e male che spreca mezzi (gli effetti speciali sono all’altezza) e situazioni che potevano essere sfruttate molto meglio senza nemmeno faticare troppo.

Deludente.