Regia di Götz Spielmann vedi scheda film
Già con il film precedente, "Antares", 2004, Spielmann s'inseriva come un coltello nel burro dentro la buona borghesia austriaca, svelandone tristezze, solitudini, ipocrisie. Con "Revanche", 2008, altrettanto riuscito, focalizza ancora la sua attenzione sulla società borghese e cattolica, ma prendendo un giro largo, partendo da un contesto esistenziale di sfruttamento (prostituzione) e di un possibile riscatto. "Revanche" si prende il suo tempo, la storia cresce lentamente e dopo una prima parte, forse troppo lunga, in cui è ben descritta la vita di un'immigrata ucraina e la prostituzione, sarà proprio il tentativo di riscatto (e l'ombra di un amore risolutivo e possibile) a sceneggiare quasi un altro film, un thriller freddo e malinconico, pronto a esplodere ma trattenuto sul viso del protagonista, in bilico fra il perdono e la vendetta. Lo sfondo, qui, è una famiglia benestante e cattolica, suo malgrado coinvolta. Opera stratificata, smunta fino quasi all'osso, girata benissimo e con attori perfetti. Un dramma mai urlato, in cui tutto torna, che vive e muore nelle coscienze dei protagonisti. Film assolutamente da recuperare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta