Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Training Day, Parte Seconda: Fuqua tenta un altro touch down rispolverando Ethan Hawke in un'ideale evoluzione del fu agente Hoyt, quindici anni dopo (dieci, nelle intenzioni del regista), insieme ad alcuni comprimari di allora. Script vuole che nell'ordito si intrufolino altri due racconti e relativi protagonisti, ma il troppo stroppia. Don Cheadle è un infiltrato che si è fatto prendere la mano e vorrebbe proteggere il suo contatto, Richard Gere viene tolto dalla naftalina per interpetare lo sbirro tramontato e pre pensionato; l'immancabile destino runirà i tre per una sola notte. Cast meticcio (convivono purosangue e vecchi residuati bellici), tema musicale funereo da adattamento kinghiano.
Differenze e analogie tra questo e l'illustre predecessore, viziano obbligatoriamente il metro di giudizio, d'altronde era un'operazione rischiosa dall'inizio, il regista lo sa e gioca la carta autoreferenziale, non senza un certo compiacimento.
Grande assente, il machiavellico e magistralmente ambiguo Alonso di Denzel Washington, viene rimpiazzato da un Hawke vampiresco, ancora passabile, un poco fuori dalle sue corde. Le tinte meridiane e crepuscolari di Training Day lasciano spazio al notturno, permane l'elemento claustrofobico che fu incarnato dall'iconica Monte Carlo nera, qui risolto banalmente con i loculi residenziali dove viene smistata la droga, i postriboli della porta accanto, una catapecchia ammuffita e sovraffollata.
Ritorna anche il sottovalutato Will Patton, che ha fatto carriera. Gere si aggira confuso per due terzi del film (gli chiedono giustamente: "Che ci fai qui?"). Viene scongelato anche Wesley Snipes per una pellicola che, diciamocelo, poteva uscire tranquillamente nel 99.
Vincent D'Onofrio, ridotto ad un cameo, é sempre un piacevole incontro.
Sufficienza risicata per l'operazione nostalgia, non regge il confronto con il soggetto originale di Michael Martin, tantomeno con il titolo madre del 2001. C'é di peggio.
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Lo vidi in tv tempo fa e ne conservo un buon ricordo, Fuqua quando si muove nell'ambiente metropolitano scavando tra un umanità corrotta, disillusa e perdente per me fa sempre bene.
Training Day aveva un impronta più action, Brooklyn's Finest si concentra maggiormente sui personaggi e su uno sviluppo narrativo a incastro che forse è l'unico punto debole del film (in quanto ormai super inflazionato).
Buon cast, anche Gere in versione perdente in cerca di riscatto mi è piaciuto.
Insomma mezza stella in più l'avrei concessa :)
Ciao!
Guarda, non so se avrebbe fatto meglio a fare un sequel più esplicito, sarebbe stato ancora più rischioso ma avrebbe contestualizzato meglio. Training Day è un film "notturno in diurna", aspetto totalmente sottovalutato in favore di altri, qui siamo all'opposto per certi versi, manca un qualcosa, vuoi il mood, la particolarità. Non si distingue insomma, almeno per me. Gere l'ho trovato utile e interessante dai due terzi in poi, nelle prime sequenze è proprio un pugno in un occhio, nel senso che stona come un Mondrian su muro verde, bontà sua. Sono molto severa quando mi ripropongono i mostri sacri rimescolando le carte. Concordo comunque sul fatto che non sia assolutamente una porcheria, si poteva sfruttare molto meglio, anche con un'analisi più approfondita del personaggio di Hawke. Hai detto bene sullo sviluppo ad incastro, l'avevo trascurato nella recensione. I dialoghi, a tratti, sono di una banalità sconcertante, anche su quello si poteva intervenire meglio. Sono troppo esigente!
Ciao!
E fai bene ad esserlo (esigente, intendo), la mia visione risale ad un pò di tempo fa per cui non mi inoltro in un approfondimento che non potrei sostenere, ricordo che pur riscontrando dei difetti lo avevo trovato un buon film...ma ci sta che i miei ricordi siano poco affidabili :)
Un saluto!
Non sbagli, è assolutamente godibile. la mano di Fuqua è comunque pregevole in questi contesti. Semplicemente è zeppo di difetti, arriva dopo un mostro sacro e paga il conto. Non mi ha entusiasmato ma non l'avrei mai stroncato. Ricambio il saluto!
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