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The Tree of Life

Regia di Terrence Malick vedi scheda film

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La recensione su The Tree of Life

di pippus
10 stelle

"Dov'eri tu quando io ponevo i fondamenti della terra?" Non che siano fondamentali ma, non riconoscendo queste parole del "Libro di Giobbe", inizialmente potremmo incontrare qualche difficoltà nel seguire il filo logico del film e, come leggo da più parti, potremmo essere tra coloro che a fine film si pongono la domanda su cosa rappresentino le sequenze tipo "National Geographic" o  "Super Quark". 

Su un aspetto concordo con i detrattori, è sicuramente un film particolare che potrebbe non piacere a tutti, e capisco altresì come per alcuni possa essersi rivelato una noia mortale. Non intendo asserire che occorra un Q.I. superiore alla media, semplicemente è richiesta una  sensibilità su alcuni aspetti non sempre convenzionali (leggi: non contemplati dai "normali" dialoghi in società in quanto intrinsecamente inquietanti), l'aspetto religioso in primis - dove per religioso si intende la ricerca di una qualche risposta alle stereotipate domande sull'esistenza del tutto-, l'aspetto della curiosità scientifica corroborato da un minimo di nozioni sull'evoluzionismo e, nel caso sia possibile, una spolveratina di astrofisica. Ma, soprattutto, occorre avere nel proprio bagaglio "pseudo inconscio" la consapevolezza del mistero come ebbe ad esprimere lo stesso Einstein con la famosa frase  " Chi non sa fermarsi a meditare sul senso del mistero è come morto, i suoi occhi sono chiusi" (la frase è più lunga ma per praticità ne ho estrapolato le parole chiave). 

Il film è ambientato nell'America degli anni 50 e il tema ricorrente è la ricerca stessa del senso della vita attraverso (sintetizzando macroscopicamente) una serie coinvolgente di vicissitudini all'interno di un contesto famigliare composto da un padre "sergente istruttore" premuroso, una madre affettuosa/remissiva/repressa dal marito e...i loro tre figli. Scenografie e dialoghi che per certi aspetti potrebbero ricordarci un altro capolavoro: " 2001 Odissea nello Spazio" (anche qui forse per pura coincidenza, o forse voluta dal regista, si vede la Grande Macchia Rossa di Giove). Nel corso degli eventi entrano in gioco sottili dinamiche, e occorre prestare molta attenzione ai particolari che ci possono aiutare in una comprensione di per sé non semplice, anzi, quasi impossibile in caso di  visione distratta (alludo ad esempio alle parole del sermone durante il funerale dell'amico annegato, oppure alle sequenze di Jack con la sottoveste della mamma che ci riporta alla mente Edipo e il suo complesso).

Mi limiterò a pochi chiarimenti per tentare di dirimere in modo sintetico quelle che a molti sono parse mere, lunghe e superflue sequenze fuori luogo: siamo d'accordo sul "lunghe" (non potevano però esserlo di meno) ma non sul "superflue e fuori luogo", tutt'altro. Semplicemente Malick, grazie a una sublime poesia di immagini montate con magistrale bravura, non fa altro che proporci in pochi minuti  la sequenza che l'universo primordiale, seguendo un'iperbole che alcuni definiscono"Disegno Intelligente" (oppure il famoso "principio antropico" enunciato nel '73 da Brandon Carter), ha seguìto per giungere a quella "autopresa" di coscienza attraverso la quale si è reso conto di esistere, e quindi di potersi porre domande sulla sua origine (non scordiamo che le particelle elementari degli atomi di cui siamo composti, per strano che possa sembrare, non solo c'erano già 14 miliardi di anni fa all'interno di quel calderone di nebulose, stelle e supernovae che vediamo inquietamente vorticare nel film, ma  sono le stesse che compongono tutto l'universo). I pochi minuti della sequenza, nella realtà hanno richiesto qualche miliardo di anni durante i quali la materia ha conosciuto diverse fasi, fino a dar luogo agli esseri viventi, dapprima elementari come i batteri, poi via via sempre più complessi: dai pesci ai dinosauri e, in ultimo, all'homo sapiens (ecco spiegate le immagini di carattere biologico relative all'inizio della vita sul pianeta terra, dei dinosauri ecc compreso, prestando attenzione, l'asteroide che ne ha causato l'estinzione). Si potrebbe affermare, sommariamente, che noi siamo parte intrinseca dell'universo e che quest'ultimo, attraverso noi come sopra accennavo, sta studiando le sue origini. Ed è effettivamente così in forma teologica, filosofica e scientifica (delle prime due, più antiche, se ne occupa la coscienza e il pensiero dell'uomo; la ricerca al CERN di Ginevra con il Large Hadron Collider, ad esempio, si occupa della terza).

Non aggiungo altro, ormai su quest'opera del grande Malick si è già scritto di tutto e di più.

Solo un'ultima esternazione: per il sottoscritto questa rimarrà una delle opere più belle, profonde e significative di sempre e, qualora non  già vista, la consiglierei caldamente previa la giusta predisposizione e, possibilmente, come al cinema, senza interruzioni pubblicitarie. Per evitare sorprese raccomanderei altresì la lettura a priori di qualche recensione, per lo meno in caso di dubbio si potrebbero risparmiare due ore e mezza optando, eventualmente,  per il simpatico Checco Zalone, meno impegnativo ma molto più allegro. 

In compenso i dubbiosi ma curiosi, perseverando fino al termine della visione, avranno le idee chiare su cosa rappresenti la porta (uno stipite) oltrepassata da Sean Penn nelle sequenze conclusive, e quanto siano pertinenti, o addirittura essenziali, le sequenze  " alla National Geografic" e "alla Super Quark".

Una menzione particolare rivolta a Emmanuel Lubezki per la sublime fotografia, vera colonna portante allo stato dell'arte.

 

Per i pochi poi che ambissero a più elevate forme masochistiche in merito all'argomento, consiglierei alcuni testi assolutamente interessanti:

1) di  Jean Guitton, Grichka e Igor Bogdanov , " Dio e la Scienza" ed. Bompiani. Guitton è un filosofo cattolico e i gemelli Bogdanov fisici teorici. Interessante botta e risposta degli autori su fede e scienza. Difficile trovarlo nuovo ma possibile sull'usato, anche in rete.

 

2) di Gerald L.Schroeder , " Genesi e Big Bang"  ed. Interni. Schroeder, fisico e teologo ebreo laureato al M.I.T. di Boston, propone un'interessante collegamento tra Bibbia ed evoluzione avvalendosi della Teoria della Relatività Ristretta di Einstein.

 

3) di Piero Bianucci "Nati dalle stelle", ed. Simonelli. Bianucci spiega come tutti gli elementi pesanti di cui siamo composti abbiano avuto origine nelle esplosioni delle Supernovae.

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