Regia di Tim Burton vedi scheda film
La storia di Alice nel Paese delle Meraviglie, rivista da Tim Burton. Ne viene fuori una versione di fortissimo impatto visivo, con un sottofondo permeato di malattia e di pazzia. Le protagoniste buone hanno tutte delle profonde occhiaie, i buoni sono un po’ tutti sull’orlo dello squilibrio, per non parlare dei cattivi. E allora, unendo la firma di Burton alla fantasia del libro, ne viene fuori un capolavoro? In teoria, ma in pratica, no. Anzi, non viene fuori neanche un filmone. Il connubio non funziona. Per carità, il film si fa vedere: colori, avventure, effetti speciali, scenografie….ma di fondo, una totale piattezza. Non appassiona (me no di sicuro), diverte ma insomma, non ne viene fuori nulla di memorabile. Si dice perché più che di Burton, il film è figlio della Walt Disney. Sarà, chissà… Fatto sta che Burton disse che avrebbe fatto il film seguendo il libro, mentre invece è diversissimo, sono pochi i punti in comune e molte le devianze dal testo originario.
Alice è una sconosciuta (a me) Mia Wasikowska, che però regge bene la parte, e ha anche una certa sua sensualità. Poi c’è il solito attore feticcio di Burton (Johnny Depp – Cappellaio Matto), la attrice feticcio (la compagna di vita Bonham Carter – Regina di Cuori o Rossa), c’è pure la Anne Hathaway, brava a fare la regina dei buoni.
Candidato a 3 Oscar (per la parte visuale), ma vinti nessuno; costò una cifra enorme, ma attenzione, questo film è tra gli unici 7 ad avere superato il miliardo di dollari, ed è esattamente sesto, dietro Avatar, Titanic, un Signore degli Anelli, un Pirati dei Caraibi, Toy Story 3 (settimo è Batman, Il cavaliere oscuro). Pertanto il botteghino ha detto: successone, malgrado sia la critica che il grande pubblico siano rimasti molto tiepidi, nel valutarlo, ma evidentemente ha lo stesso riempito le sale. Curioso come Burton abbia avuto un successo planetario, pazzesco, con uno dei suoi film qualitativamente "minori", dopo averne fatti tanti belli ma meno fortunati.
Ha fatto sicuramente di meglio, anche se con minore successo commerciale
Perfetta per la parte, pure con un tocco di sensualità
Al solito, bravo
Ottima per la parte
Una credibile cattivaccia
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