Regia di Tim Burton vedi scheda film
Si è scritto diverse volte che il capolavoro (doppio) di Lewis Carroll è stato portato più volte sullo schermo, e che questa, di un successo strabordante, anche per il supporto 3D che si è dimostrata un'arma assai affilata nelle mani degli esercenti e delle produzioni, è un'ennesima versione:sinceramente, quante ne ricordiamo, a parte quella della Disney Productions? Qualche adattamento per la tv, o comunque prodotti magari volenterosi ma non sufficienti a propagare la dimensione fantastica del viaggio di Alice. Qui c'è un regista solitamente attesissimo e di grosse capacità visionarie,nonchè portatore di uno stile personalissimo e difficile da imitare,che riscrive ampiamente un testo conosciuto, quasi facendo un ulteriore seguito delle avventure della ragazza che , come suggerisce la pellicola, già era stata nel Paese delle Meraviglie, come chi lo abita ricorda ma non lei, e con ostinazione femminea dà una svolta lì e nel "suo" mondo. E' vero che è rintracciabile una programmaticità qua e là nell'ultimo lavoro del regista di "Ed Wood",ma quella freddezza che a tratti affiora nel suo cinema è parte del suo metodo di fare film,e probabilmente compensa l'alto tasso di fantasia postovi:e che un limite del film è l'aver trovato un tramite limitatamente espressivo nella protagonista,la polacca Mia Basilewska,che non sempre esprime lo stupore comprensibile di fronte ad un mondo di visioni mirabolanti, e la danza del Cappellaio in stile Michael Jackson forse sarebbe stato meglio evitarla. Però qui c'è un punto di incontro tra un'immaginazione cartoonesca e un cinema fatto da interpreti fortissimo, e ciò che si vede sullo schermo dà spesso la sensazione di poter trovare posto in un libro di illustrazioni per bambini, potentissimo sviluppatore di fantasia e sogno:se il Cappellaio Matto di Depp è il controcanto buono del Joker di Nicholson, il mostro ucciso sulle rovine è la versione "a film normale" del drago colpito a morte nel finale del disneyano "La bella addormentata nel bosco", e via enumerando. Sotto ad un cielo decolorizzato come spesso capita di ricordare quello che c'è nei sogni, si assiste ad un'opera ricca,possente a livello visuale, intenta a grattare via lo scetticismo dall'occhio dell'adulto e ad aizzare la cavalcata verso il fantastico puro di quello dello spettatore più giovane,anche se in alcuni momenti viene da pensare che non sia un film proprio adatto e diretto ai bambini. Ma noi adulti che vogliamo saperne,in fondo?
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta