Regia di Terry Gilliam vedi scheda film
Gilliam non è fuso: anzi, ha fin troppe idee, tante che quasi due ore e mezza di pellicola non gli bastano a spiegarle tutte; però il vecchio Python (Monty) graffia oramai a vuoto, cercando il (mega)prodotto per famiglie (alla Tim Burton insomma, alla cui regia è stato accostato infatti da più voci questo Parnassus) in stile fantasy e con lieto fine stracommovente. Un Blockbuster da decine di milioni di dollari - secondo Wikipedia tre -, mesi di riprese ed altrettanti di postproduzione (la computer grafica stradomina sugli effetti speciali, sul trucco e sui costumi, che comunque non sono poca cosa), con un cast stellare inequivocabilmente efficace (Plummer, Depp, Ledger, Farrell, Law, più l'inquietante bellezza di Lyly cole, a cavallo fra Christina Ricci e Kate Moss, e la grandiosa idea di mettere Tom Waits nei panni di Satana): ma davvero Gilliam ha bisogno di tutto ciò? Parnassus è una fiaba che alterna capitoli quieti e rassicuranti ad altri immersi nel più totale delirio, citando scopertamente gli universi onirici e lisergici dell'Alice di Lewis Carroll; il ritmo è spesso altissimo e Gilliam ha perfetta padronanza dei suoi mezzi, di modo da lasciare impressionati sia per l'azione che per gli effetti speciali. Inoltre il regista firma la sceneggiatura, insieme a Charles McKeown; infine, come non ricordare la prematura scomparsa di uno degli attori principali, Ledger, che ha suscitato in Gilliam un altro dei suoi colpi ad effetto, facendolo sostituire nelle parti non ancora girate non da uno, bensì da tre altri attori: ma, come si diceva sopra, troppe idee spesso rischiano di sovrapporsi, confondere, nascondere l'impianto fondamentale dell'opera. 6/10.
Il millenario Parnassus vaga con la sua compagnia teatrale in cerca della figlia, rapitagli da Satana in cambio dell'immortalità. La trova.
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