Regia di Robert Altman vedi scheda film
Un altro dei tasselli che hanno contribuito a creare la fama di Altman come uno tra i più grandi cantori dell'America anni '70. Una rilettura aggiornata e intelligente del personaggio Marlowe, un Marlowe diverso da quello di Bogart, ma scanzonato e credibile per gli anni in cui è stato girato questo film.
L'attrice che secondo Altman rappresentava la classica bella donna matura w.a.s.p. Sempre in parte.
L'attore giusto per interpretare il Marlowe degli anni settanta.
Regia non puramente illustrativa. C'è il tocco dell'artista quanto meno con l'inserimento di tutti quegli specchi e vetri riflettenti, come a significare lo sdoppiamento di personalità di Marlowe e dell'umanità che gli gira intorno. Spesso Altman, contrariamente alla fama di cui gode, è stato più bravo nei film nei quali si è concentrato su uno o due personaggi che nei suoi tanto decantati affreschi (preferisco "Il lungo addio" a "Nashville" e "California Poker" a "M.A.S.H.").
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