Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
VOTO : 6/7.
Ultimo lavoro di Claude Chabrol prima di lasciare questo mondo, arrivato da noi direttamente in paytv (e successivamente in dvd), è un film molto particolare, tipicamente elegante, che non si piega ad un utlizzo convenzionale del racconto.
Qui infatti contano più i dettagli, le allusioni ed i caratteri che la trama gialla in se (probabilmente fin troppo marginale).
Il commissario Bellamy (Gerard Depardieu) è in vacanza, come ogni anno, in quel di Nimes con la moglie, quando un estraneo solitario s’intromette nella sua vita.
Quest’ultimo (Jacques Gamblin) ha una nuova identità ed è ricercato per un incidente stradale nel quale è morto un uomo.
Mentre Bellamy prova, in punta di piedi, a far chiarezza su quanto avvenuto irrompe nella sua vita l’irruento fratello minore Jacques (Clavis Cornillac) con cui il rapporto è da sempre turbolento.
Film già da amare incondizionatamente per la scena di apertura (omaggio sentito a due Georges, Brassens e Simenon, molto importanti per l’autore francese) e per quella di chiusura (che poi finisce giocoforza col chiudere tutto il suo cinema con quella sensazione di morte e infinito sottolineato dal mare sconfinato sul quale scorrono i titoli di coda), ma che poi, a suo modo, ha molto da mostrare.
Questo nonostante le coordinate basilari della storia siano poche e velocemente riassumibili in pochi righi, ma l’attenzione si concentra su altro.
Infatti la costruzione dei personaggi (straripante il Bellamy di Depardieu e non certo per la stazza fisica), ma anche dei loro rapporti (delizioso e non banale quello tra Bellamy e la moglie, infausto quello tra il commissario ed il fratello “sfortunato”) e delle situazioni tipicamente legate alle borgate di provincia è davvero apprezzabile, come il film risulta confezionato con leggerezza e sottigliezze varie di gran gusto.
Forse piccoli aspetti altrove spesso marginali, ma qui, oltre ad essere estremamente curati, sono soprattutto presenti in grande quantità, così come non mancano dialoghi ispirati e colti, riflessioni anche profonde e pure battute taglienti che spesso arrivano all’improvviso.
Insomma a livello pratico ci sarà anche più fumo che arrosto (l’indagine ed il mistero si disvela senza particolare enfasi, ma evidentemente non è questo il punto focale), ma in ogni caso Chabrol ci ha lasciato con un semplice, quanto valoroso, affresco di gran classe e gusto.
Particolare, anomalo ed ispirato, un addio da non dimenticare.
VOTO : 6/7.
Regia per niente banale, ci racconta una storia gialla da par suo, nel bene e nel male.
Quello che è certo è che l'inizio è brillante e che il finale assume un gusto molto particolare, quasi unico.
VOTO : 7++.
Molto (ma proprio molto) bravo.
Interpretazione densa ed invadente, ma anche misurata, che offre sensazioni positive.
Difficile, se non impossibile, far meglio.
VOTO : 6++.
Scorretto ed irriverente quanto serve.
VOTO : 6.
Piccolo ruolo, ma lei è carina e non passa di certo inosservata.
VOTO : 6,5.
La donna ideale, affettuosa e matura, un'umana tenerezza, sincera e dinsinvolta come solo le bravi attrici sanno essere.
VOTO : 6,5.
Enigmatico, parte astratta che ben interpreta.
La classe non è acqua.
VOTO : 6.
Sufficiente.
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