Regia di Justin Lin vedi scheda film
Picco di adrenalina. Un tir lungo come un treno da depredare e i pirati della strada che con perizia stellare lo agganciano, lo smontano, lo rubano, tutto alla velocità della luce. Il leader degli scatenati driver è Vin Diesel. A dispetto del cognome non carbura lentamente, mette in quarta e ci catapulta in un film che non si ferma neppure per gonfiare le gomme. Fast & Furious. Solo parti originali non racconta nulla di nuovo, propone il ricongiungimento della coppia del primo titolo della serie (Vin e Paul Walker), s’inventa un pretesto qualsiasi per far tornare il figliol prodigo scomparso nei due precedenti episodi e poi molla l’acceleratore. Diciamolo: quel che ci vuole in tempi di crisi. Almeno per un pubblico maschile, che riconosce a pelle il testosterone e l’odore di olio del motore, perdendosi tra le curve cromate di una macchina tatuata o tra quelle altrettanto elaborate di Michelle Rodriguez. Pretendere che opere siffatte non siano spudoratamente machiste sarebbe come ascoltare Whole Lotta Rosie degli Ac/Dc invocando le pari opportunità. E quindi, se il vostro passatempo preferito sono le gare a chi mangia più salsicce e beve più birra, se il vostro oracolo è uno spinterogeno e i vostri modelli femminili sono le fanciulle di Hazzard (anche per il look) Fast & Furious è l’uovo di Pasqua ideale. Altrimenti meglio un’utilitaria, con cui andare sano e lontano.
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