Regia di Federico Bondi vedi scheda film
Ecco un piccolo film italiano, minimalista, sobrio, che dà dei punti a certe produzioni blasonate dall'elegante involucro ma dal contenuto povero. Qui è esattamente il contrario. Non splende mai il sole su questa semplice storia, le luci sono basse e soffuse, quasi a corollario dell'età della protagonista più anziana, una Ilaria Occhini straordinaria, e a simboleggiare (forse) la vena malinconica, lo spleen che perennemente attraversa lo sguardo dell'altra protagonista, nonché piacevole sorpresa, Dorotheea Petre. Certo, non è un film di ritmo, non ci sono clamorosi colpi di scena né innovazioni particolari nella messa in scena, ma è un film che emoziona, e da gustare come un buon vino magari non nobile ma fatto in casa. Di questi tempi, scusate se è poco.
Senza eccessi, e abbastanza Bergmaniana, direi.
Di un equilibrio unico. Grande.
Gli occhioni da cerbiatta, ma non solo. Regge il confronto.
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