Regia di John Carpenter vedi scheda film
Ottimo episodio per "Masters of Horror" diretto dal Maestro John Carpenter, che fonde, come in "Prince of Darkness", l'Horror sovrannaturale con il film d'assedio in stile "Assault on Precinct 13".
Come sempre, anche qui il Genere viene utilizzato per parlare in generale della Società, toccando il controverso argomento dell'aborto. Pur rivelando il suo punto di vista favorevole verso le donne che scelgono questa pratica (in linea con gli ideali progressisti dell'Autore), Carpenter delinea gli individui di posizione avversa con onestà intellettuale: il padre reazionario e anti-abortista della ragazzina (interpretato dal mitico Ron Perlman) ha tutte le sue buone ragioni (per lo più di stampo religioso) per combattere l'aborto, e quando accusa il direttore della clinica di avidità e di cupidigia non ha affatto torto.
Nemmeno il Demonio, ispiratore della Crociata cruenta di Perlman e dal look che richiama Doom di "Legend", è presentato come completamente malvagio, e quando nel finale abbraccia teneramente il defunto figlioletto, ignorando la madre abortista, riesce quasi a strappare qualche lacrima al pubblico (un finale così commovente in un film Horror devo averlo visto solo nel cronenberghiano "La Mosca").
Se con il piccolo capolavoro televisivo "Cigarette Burns" (prima stagione di "MoH") il buon vecchio John rendeva omaggio al Cinema (Horror) nella sua interezza, in questo "Pro-Life" (mi rifiuto di accettare l'imbecille titolo italiano) abbondano le auto-citazioni: oltre ai già citati "Prince of Darkness" e "Precinct 13", è possibile ritrovare il look de "La Cosa" nel neonato granchiforme e la carica esplicitamente politica di "They Live" (nonché qualche nebbiolina alla "The Fog", ma questo elemento prendetelo con le pinze). Non mancano citazioni anche di altri autori, come l'immancabile "Rosemary's Baby" di Polanski nel flashback onirico del concepimento-stupro.
Uno dei migliori episodi della seconda stagione della serie, rivela come l'abilità registica di Carpenter non sia mai morta, ed è un vero peccato che i produttori horror preferiscano portare alla luce gli orrendi (ma vendibili) reboot dei vari Nispel e Bayer (allievi dell'insopportabile Bay) piuttosto che finanziare grandi (ma alquanto scomodi) Maestri come Carpenter o Landis, che solo ora, dopo quasi un decennio, tornano, quasi in sordina, al Cinema.
Consigliato.
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