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Masters of Horror. Il seme del Male

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Masters of Horror. Il seme del Male

di Gulyo
8 stelle

D'accordo, non sarà il miglior Carpenter, e "Cigarette Burns"(Masters of Horror, prima serie) era sicuramente migliore: ma questo "Pro-Life" non è affatto male. Anzi. Carpenter si scaglia contro il fanatismo religioso, incarnato dalla famiglia di anti-abortisti capitanata dall'efficacissimo Ron Perlman: temi che non a caso compaiono anche in almeno altri due film della stessa serie, il bellissimo "Contro natura" di Joe Dante (il fanatismo puritano) e "Family" di John Landis (la dissacrazione dell'istituzione familiare). Tre grandi autori horror che utilizzano al meglio il genere per lanciare un grido d'allarme contro lo strapotere dei neo-con, una preoccupazione più che mai attuale nell'America di oggi. In "Pro-Life" la denuncia è scopertissima, ma sfrutta bene la trama soprannaturale con la quale si amalgama alla perfezione: ne viene fuori un horror d'autore, maturo, più complesso di quanto una storia apparentemente semplice non faccia pensare. Anche perchè a mano a mano che si procede verso la conclusione, in un buon crescendo di tensione, tra le pieghe della narrazione si insinua un'ironia sottile, e perciò godibilissima, che assume le sembianze del demone dall'iconografia fin troppo tradizionale: un'ironia che culmina nella sequenza finale in cui il mostro (ottima la creatura), entrato in sala parto, ignora la sua "compagna"/vittima e con tenerezza raccoglie il corpicino senza vita del figlio, un bebè aracnoide di cui viene resa con efficacia sia la mostruosità che la vulnerabilità di piccolo essere indifeso. Carpenter denuncia divertendosi e facendo divertire, ma anche riflettere, in un film godibile su entrambi i livelli di puro prodotto di genere e di opera impegnata.

Cosa cambierei

Forse si nota troppo la CGI nella scena dell'uccisione della guardia con una fucilata in testa.

Su Ron Perlman

"Salvatore" di "Il nome della rosa" ha un volto che non si dimentica, e qui è usato benissimo: rasato quasi a zero, è la perfetta incarnazione del fanatico reazionario e guerrafondaio.

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Ultimi commenti

  1. Brunilde
    di Brunilde

    Non l'ho visto. Vado a comprarmi il DVD. Mi hai piacevolmente incuriosito. Grazie.

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