Regia di Kevin Macdonald vedi scheda film
Il thriller politico di inchiesta, che vede magari coraggiosi giornalisti avviarsi con ostinazione e a rischio di reputazione oppure letteralmente del proprio collo a scandagliare verità torbide, è quasi modernariato del cinema, dato che il picco di tale categoria è da ricercarsi negli impegnati anni Settanta. E meno male che capita una buona sceneggiatura, anche se viziata da un pò troppi colpi di scena per convincere in assoluto, per tentare di rilanciare il sottogenere. Al terzo film, più un documentario, Kevin MacDonald conferma di essere sospinto da tantissima buona intenzione, ma che tuttavia deve imparare a maneggiare meglio il corpo narrativo delle storie che porta sullo schermo per non incontrare, come succede qui, ma anche nel precedente "L'ultimo re di Scozia", uno schermo di perplessità da parte dello spettatore che comunque segue con interesse i suoi lavori.Presi in esame i difetti più vistosi del film, va detto che "State of play" è un buon film, lungo oltre due ore di dialoghi fitti e avvincenti, con un discreto ritmo, e recitato da un cast interessante, nel quale si riscontra un Crowe in una delle sue prove più riuscite, più da attore che da star, e in un ruolo pur importante ma da spalla, meglio del solito Ben Affleck. Dopo una stagione tristemente muta da parte dei giornalisti che si occupavano di politica zittiti o persuasi ad occuparsi di altro dall'amministrazione Bush, è il tempo di una nuova fiducia nell'informazione, a volte l'unica speranza per la democrazia di spuntarla.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta