Regia di Guy Ritchie vedi scheda film
Declinato in tutte le salse possibili, a Sherlock Holmes - la creatura letteraria partorita dalla mente di Sir Arthur Conan Doyle - mancava questa versione parafumettistica che giusto un enfant terribile con Guy Pearce avrebbe potuto partorire. Il film non ha il respiro di una ricostruzione pseudobiografica degna di Pontiggia né l'andamento del poliziesco classico. Piuttosto, traghetta il più noto investigatore privato d'Oltremanica in una spy-story da superoe, mettendo in campo il conflitto dialettico tra la ragione e la metafisica della magia. Ai dioscuri Holmes (Downey Jr.) e Watson (Law), il medico inseparabile, Lord Blackwood (Strong) fornisce un compito piuttosto impegnativo, riuscendo a simulare spettacolari tocchi di magia per far credere alla popolazione londinese, terrorizzata, di avere dei poteri soprannaturali. Ma il fiuto di Holmes riuscirà a smascherarlo.
A suo modo, il film di Ritchie può essere considerato un capolavoro per come traduce sul piano filmico gli stupefacenti processi logico-mentali del protagonista e per la qualità delle riprese, le invenzioni visive, i colori saturi, l'inventiva del racconto avventuroso. Chi ama questi fumettoni scoppiettanti vedrà il film dell'ex marito di Madonna come un ottimo film di genere, a cui va riconosciuta l'innovatività del linguaggio e la capacità di saper rischiare; per chi invece è più attento ai contenuti che alla forma si tratterà solo di un piacevole diversivo.
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