Regia di Guy Ritchie vedi scheda film
Decisamente un film sempliciotto, a dispetto di come si presenta ad una prima, sbrigativa, analisi. Ritchie non sembra intenzionato a perdere troppo tempo ed energie dietro questo progetto, di per sè poco affascinante ma che con qualche accortezza in più sarebbe potuto diventare un'ottimo film. Perchè gli elementi per una buona riuscita della pellicola c'erano tutti (un relativamente interessante caso da risolvere, attori eccezionali, un approfondito rapporto tra Sherlock e Watson, una femme fatale, ambientazione storica affascinante...) eppure il film ci propone una regia a dir poco povera, semplice, superficiale e disimpegnata. Un ritorno all' ABC per questo progetto che offriva possibilità a dir poco strepitose (campo, controcampo, totale, un paio di carrellate...niente di più. E mi rifiuto di credere che sia una selezionata scelta stilistica....). La fotografia è anche peggio della regia, decisamente brutta (ma brutta forte), non omogenea, spesso sgraziata, il cui solo scopo sembra quello di rovinare le impegnate scenografie e costumi. E poi ci sono ripetuti problemi con i fuochi: spesso vi sono inquadrature con due personaggi (uno in primo piano ed uno sullo sfondo) per cui si è scelta (una volta ancora) la strada facile di metterne a fuoco uno piuttosto che l'altro, ma la cosa risulta assolutamente sbagliata e disturbante in quanto istintivamente e logicamente si è portati a concentrarsi su quello sfocato.
Dopo aver così smontato il film c'è da chiedersi: perchè la sufficienza? Tutto da ricondursi agli effetti speciali (buoni ma rovinati da una regia che non sa valorizzarli) e alle interpretazioni. Robert Downy Junior è uscito dall'ambito del promettente per confermarsi una delle star più ricercate e valide del panorama internazionale (a breve gli si augura la stella sulla walk of fame). Jude Low stavolta è definibile, senza troppi complimenti, apprezzabile (parecchio). Mentre la McAdams è un pò stereotipata nel ruolo della femme fatale e della rappresentante del gentilsesso che nasconde istinti agguerriti e criminali.
Unica cosa degna di nota del film (oltre agli attori....) è il meccanismo, messo in moto dalla sceneggiatura e, sopratutto, dai dialoghi, di interazione con lo spettatore. Spesso non risulta sufficiente una visione passiva in quanto i personaggi alludono, danno per scontato certi elementi, simili ad enigmi (di semplice risoluzione. Esempio: il primo dialogo tra Sherlock e la sua amata dà per scontata una passata relazione tra i due che non è di immediata comprensione), che lo spettatore è portato a risolvere (un tentativo di meta-linguaggio?). Tuttavia, anche quest'ultimo elemento, è parecchio rovinato dalla regia.
C'è da chiedersi se non è stata di troppa presunzione dare per scontato un seguito (così come si evince dalle ultime battute).
Il regista, metteteci McTiegue!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta