Regia di Caveh Zahedi vedi scheda film
Commedia indipendente e divertente sull'analisi del 'sex addiction'. Tra sedute di gruppo e abbordaggi di prostitute.
Quindici anni di riprese per descrivere la vita sessuale e sentimentale del regista statunitense Caveh Zahedi, in una opera autobiografica interpretata dallo stesso autore, in cui si analizza, con i toni della commedia e dell’ironia, l’interferenza generata dalla mania di avere rapporti con prostitute, pretendendo prevalentemente rapporti orali, e la gestione di relazioni ‘regolari’.
Chiaramente le varie partner reagiranno secondo la propria sensibilità alle confessioni oscene frutto delle turbe sessuali del ‘sex addict’ a causa di quella che, come indica il titolo, è una vera e propria dipendenza a carattere compulsivo. Alcune accetteranno la cosa, cercando di partecipare attivamente, altre risponderanno con diniego.
Un film-confessione in cui la struttura del film risulta frammentaria e spesso ripetitiva. Simpatici gli intermezzi di animazione che fanno da ‘legante’ dei vari salti spazio-temporali.
Film indipendente, alla Sundance, realizzato con pochi mezzi e tanta ‘onestà intellettuale’ nonché estrema sincerità dimostrata da Zahedi nel mettersi ‘a nudo’ in maniera così esplicita.
Ricorda molto il Woody Allen più intimista delle commedie divertenti come ‘La dea dell'amore’ anche se lontanissimo dalla vis comica dell’autore newyorkese.
Da notare la bellissima locandina del titolo in cui si fa ammirare l’attrice porno francese Rebecca Lord che qui interpreta sia una prostituta parigina sia una fidanzata del protagonista.
Altra curiosità la location italiana in una sequenza del film dove il regista partecipa al festival cinematografico di Pesaro. Qua sarà abbordata una prostituta che richiederà per una prestazione 100 mila lire (in italiano nel film).
Se volessimo considerare il tema di questo 'I am a sex addict' un sottogenere cinematografico andrebbero ricordati i capisaldi: il bellissimo 'Shame' di Steve Mcqueen, realizzato anni dopo (2011), ed il datato, 'L'uomo che amava le donne' (1977) di Francois Trauffaut.
Ma qui si vola verso altri pianeti!
Da vedere ma non indimenticabile.
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