Regia di Florestano Vancini vedi scheda film
Vancini esordisce con questo film, ma è già prolifico autore di una serie di documentari di un certo rilievo, carriera che in quegli anni poteva rendere sufficientemente per un regista: ma lui non si accontentava e voleva ad ogni costo realizzare un lungometraggio a soggetto. E l'episodio del 15 dicembre 1943, accaduto a pochi passi dalla sua casa natale, lo aveva turbato fin dall'adolescenza; insieme a De Concini e Pasolini trae così questo film, da un racconto di Giorgio Bassani. Nel cast spiccano nomi e volti di prima qualità come l'imperturbabile (ma ormai arreso alla sua condizione di invalido, fisicamente e moralmente) Enrico Maria Salerno, che si aggiudicò il Nastro d'argento; ed anche Gino Cervi, Belinda Lee, Gabriele Ferzetti, Andrea Checchi; in un ruolo minore la diciassettenne Raffaella Pelloni, alla sua prima partecipazione in un lavoro cinematografico, che presto troverà la sua strada nella tv nazionale cambiando il proprio cognome in Carrà. Atmosfere lugubri e perennemente buie (fotografia di Carlo Di Palma), di chiaro stampo neorealista (tranne i dieci minuti finali ambientati nel 1960), che aumentano la sensazione di angoscia del racconto; La lunga notte del '43 valse a Vancini ottimi riconoscimenti dalla critica e mise da subito in chiaro gli interessi dell'autore verso un cinema di ispirazione 'civile'. Emblematico nel discorso sotteso al film è il personaggio di Franco ed il suo atteggiamento arrendevole e vigliacco nei confronti del fascismo. L'Italia era ormai ritornata in piedi, la ricostruzione era finita ed il boom economico la stava trascinando di prepotenza fra i Paesi più sviluppati del mondo: ma come si era potuta cancellare di colpo la memoria del terribile passato? 7/10.
1943, il fascismo crolla formalmente, ma i gerarchi ancora comandano le città. A Ferrara lo spietato Aretusi elimina il podestà locale per prenderne il posto ed incolpa i partigiani del gesto; fra gli undici che vengono fucilati in strada c'è anche il padre di Franco, amante di Anna, ormai fuggito dalla città. Il marito di Anna ha visto tutto, ma tace; anche Anna, disperata, se ne va per la sua strada.
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