Siamo nell'autunno del 1943, a Ferrara. Il fascista Aretusi fa assassinare il moderato console Bolognesi, accusa gli antifascisti e conduce poi la rappresaglia: undici fucilati sotto la casa del farmacista Barillari, tra cui il padre dell'amante di Anna, moglie di Barillari. Dopo l'eccidio, Anna lascia Ferrara e il suo amante se ne va in Svizzera. Nell'estate del 1960 quest'ultimo torna in città e incontra Aretusi, che gli fa i suoi complimenti; i due si stringono la mano.
Note
A quindici anni di distanza dalla fine delle ostilità Vancini affronta la Resistenza e il Fascismo con una storia ispirata a un racconto di Giorgio Bassani.
Una storia che ancora vale la pena di essere raccontata. Al di là di qualche ingenuità dei film dell'epoca, i personaggi sono benissimi tratteggiati (la protagonista è di una bellezza folgorante) e le interpretazioni degli attori eccezionali.
Film interessante con un bravo Enrico Maria Salerno. Un po' di melodramma ma accompagnato da una certa tensione e condanna morale sia del fascismo che dell'ipocrisia del dopoguerra.
I personaggi sono squallidi ma esiste una morale. Il destino li punisce per la loro vigliaccheria per i loro tradimenti.
Il tono melodrammatico appesantisce la pellicola. Brutta la musica che vuole dare il senso del tempo trascorso ma che stona col dramma.
Selezionato tra i 100 film italiani da salvare,racconta il silenzio di un Paese che ha saputo solo tacere di fronte a tutto, capace solo di guardare al suo guicciardiniano "particulare", alle sue piccole sicurezze, chiudendo gli occhi di fronte alla “lunga notte” che non fu solo quella del ’43.
La morale di questo ottimo film indica il segno di una discutibilissima “parità” fra gli orrori fascisti e i conformismi postbellici, in un finale che fa risvegliare un forte ed indignato risentimento non soltanto di natura etica, che è anche un implicito invito alla ribellione.
Florestanto Vancini era stato aiuto regista di Zurlini per il suo quasi contemporaneo Estate violenta. Non stupisce dunque che anche per il proprio debutto sul grande schermo, si sia ispirato a sua volta ai fatti della resistenza, che erano tematiche ancora “calde” e sentite, e soprattutto retaggio di esperienze dirette di vita vissuta, prendendo però spunto da una delle… leggi tutto
Vancini esordisce con questo film, ma è già prolifico autore di una serie di documentari di un certo rilievo, carriera che in quegli anni poteva rendere sufficientemente per un regista: ma lui non si accontentava e voleva ad ogni costo realizzare un lungometraggio a soggetto. E l'episodio del 15 dicembre 1943, accaduto a pochi passi dalla sua casa natale, lo aveva turbato fin… leggi tutto
Nel celebrare la Festa della Liberazione dall'oppressione del nazifascismo, quest'anno ripercorro alcuni momenti della storia del cinema italiano.
La lista che troverete non ha la presunzione di essere esaustiva, ma…
Dicembre 1943, Ferrara. La giovane Anna Barilari lavora in una farmacia di cui è titolare, insieme al marito, Pino, un uomo malato ed invalido che passa tutto il suo tempo seduto dietro una finestra, a vedere ciò che avviene per strada. La ragazza, trovandosi a disagio nei panni dell'infermiera, inizia un rapporto con Franco Villani, un uomo più grande di lei, al quale era…
Dedico questo articolo ad una città, Ferrara, luogo a lungo frequentato per le sue stupende Mostre, per i suoi Festival del Libro Ebraico, per i luoghi di Bassani, per il ricordo di Antonioni, per le sue strade ampie e silenziose e la nebbia che spesso le nasconde.
Forse non serve aggiungere altro, la foto che circola sui social e i media è molto eloquente con la bandiera…
Un film dai due volti: splendido quello storico, da nove; penoso quello sentimentale, da tre, che appesantisce oltremodo la trattazione, soprattutto nella prima parte.
La seconda parte è l’unica valida, e quindi occorre avere pazienza fino a lì. È quella più incentrata sulla denuncia storica del fascismo, che qui riceve una raffigurazione realistica di…
Da molto tempo i vari programmi televisivi hanno abituato gli spettatori a vedere il grande attore Gino Cervi interpretare la parte di Giuseppe Bottazzi, detto Peppone, il simpatico antagonista di Don Camillo. Molti, inoltre, lo ricordano nella serie televisiva di Maigret. In questo film diretto da Florestano Vancini, invece, cambia tutto. Qui Gino Cervi recita in maniera a dir poco…
Gran film di Vancini.
Ottimo il cattivissimo Gino Cervi,bene Ferzetti,Salerno e la Lee
Solido e lucido dramma umano diretto dall'esordiente Florestano Vancini e adattato dal racconto Una notte del '43, incluso nella raccolta Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani. Sullo sfondo di un'Italia ideologicamente dilaniata dalla guerra e dall'incertezza politico/sociale del post armistizio,…
Dal racconto di Giorgio Bassani Una notte del ’43, incluso in Cinque storie ferraresi e ispirato alla storia vera dell’omicidio del federale Igino Ghisellini. Dopo l’8 settembre un dirigente fascista fa uccidere un collega moderato e ne trae il pretesto per scatenare una rappresaglia; intanto la bella moglie di un farmacista, ex squadrista ridotto a un rudere dalla sifilide, ha…
Cinefilo snob e intrigante come pochi, Luca Guadagnino lo scelse come maestoso patriarca che appare nel primo quarto d’ora per lasciare il segno per… segue
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Commenti (7) vedi tutti
Una storia che ancora vale la pena di essere raccontata. Al di là di qualche ingenuità dei film dell'epoca, i personaggi sono benissimi tratteggiati (la protagonista è di una bellezza folgorante) e le interpretazioni degli attori eccezionali.
commento di OssFilm interessante con un bravo Enrico Maria Salerno. Un po' di melodramma ma accompagnato da una certa tensione e condanna morale sia del fascismo che dell'ipocrisia del dopoguerra.
commento di Artemisia1593I personaggi sono squallidi ma esiste una morale. Il destino li punisce per la loro vigliaccheria per i loro tradimenti. Il tono melodrammatico appesantisce la pellicola. Brutta la musica che vuole dare il senso del tempo trascorso ma che stona col dramma.
commento di FrastoSelezionato tra i 100 film italiani da salvare,racconta il silenzio di un Paese che ha saputo solo tacere di fronte a tutto, capace solo di guardare al suo guicciardiniano "particulare", alle sue piccole sicurezze, chiudendo gli occhi di fronte alla “lunga notte” che non fu solo quella del ’43.
leggi la recensione completa di yumeLa morale di questo ottimo film indica il segno di una discutibilissima “parità” fra gli orrori fascisti e i conformismi postbellici, in un finale che fa risvegliare un forte ed indignato risentimento non soltanto di natura etica, che è anche un implicito invito alla ribellione.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Un errore nella scheda di FilmTV è Franco a scappare in Svizzera.Bel film, da vedere oggi più di ieri.
commento di crocorigaUn bel film girato bene da un Florestano Vancini esordiente. Bravo Enrico Maria Salerno
commento di mise en scene 88