Regia di Luc Moullet vedi scheda film
Meglio morti e osannati che vivi e bistrattati: però il gioco, in fondo, non vale la candela, nemmeno quando l'unico successo possibile sembra quello postumo. Anzitutto i trapassati non sono tutti uguali (le gerarchie permangono nell'aldilà) e, per di più, ogni cadavere è un essere completamente indifeso, di cui ciascuno può disporre a proprio vantaggio, così che chi giace non trova comunque pace. "Il prestigio della morte" è un film dalla morale amarissima, in cui il regista Luc Moullet interpreta lo sfortunato ruolo di se stesso. Tuttavia egli evita il vittimismo autobiografico del cineasta incompreso, perché rifiuta categoricamente i registri tipici del film d'autore, come lo sperimentalismo e l'autocelebrazione, per inserire invece la sua polemica in un'originale opera d'intrattenimento.
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