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Glen or Glenda

Regia di Edward D. Wood Jr. vedi scheda film

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La recensione su Glen or Glenda

di maso
6 stelle

Cult o Scult? Famoso o Famigerato? Divertente o Demente? Inquietante o Improponibile? Glen or Glenda o I've changed my sex?

La risposta ce l'ho: TUTTO di TUTTO e di più senza discussioni!

"Glen or Glenda" è un film così ignobilmente mal concepito da risultare unico, così unico che non se ne può dare un giudizio positivo senza scadere nel negativo e viceversa.

La voglia insaziabile di fare cinema che scorreva nelle vene di Ed Wood è la vera scintilla che ha generato questo film, ma per comprendere veramente la bizzarra composizione che scorre nell’arco di un’oretta abbondante basta ritornare allo scorcio dedicato da Tim Burton alla genesi di questo scult nel suo biopicture su la carriera di Ed Wood: in primo luogo uno scioccante articolo di giornale dove si raccontava il cambio di sesso di un omosessuale, oggi non farebbe notizia ma nel 1953 aveva il suo peso commerciale, partendo da questo spunto Ed Wood mise insieme la sua vita privata in cui praticava il travestitismo, attività che rivelò alla moglie Dolores Fuller proprio attraverso lo sgangherato copione successivamente riversato in immagini con cadenze autobiografiche, un’accozzaglia di scene disgiunte da questo nucleo tematico fra le quali spicca Bela Lugosi vecchio e arrugginito dal suo salotto osservatorio, “Bevare!” esclama “Attenti!”, dalla sommità della sua esperienza osserva il mondo mentre in sovraimpressione bisonti in piena stampade corrono liberi per le praterie di chi sa quale film western.

Quasi senza collegamento logico si zompa a piè pari sulla figura di un travestito barbuto morto stecchito per ignota causa, l’investigatore incaricato al caso che ne sa proprio poco in fatto di mescolanza sessuale corre ad interpellare il dottor Alton che gli farà un bel quadro clinico sull’argomento raccontandogli due storie che però non serviranno assolutamente a risolvere il mistero, anzi se di caso si tratta possiamo definire il travestito barbuto morto stecchito un vero e proprio McGuffin della trama sbattuto nel montaggio per permettere a Ed Wood di fare il suo devastante ingresso nel mondo del cinema come realizzatore, scrittore e interprete a tutto tondo, scalcagnato come nessuno mai sarà.

La storia di Glen, alias Glenda, alias Daniel Davies, alias Ed Wood, che ricopre il settanta percento della pellicola è un pezzo di storia del cinema per quanto è informe e scombicchierata, il salottino di casa dove Glen rivela a sua moglie Barbara la bizzarra pratica femminea è staticamente orrendo, gli attori recitano a malapena e sciorinano battute meccanicamente collegate ma tutto ciò esalta il coraggio di Wood nel mettere in scena una commedia da quattro soldi e con quattro soldi nella quale il confine fra falso documentario e documentario falsato è continuamente cancellato con la gomma pane e ritracciato passando la punta del piede sulla sabbia.

Trovo che parlare di travestiti nel ’53 fosse pericolosamente controproducente specialmente se chi ne parlava era un convinto sostenitore di tale pratica che in prima persona si esponeva davanti alla telecamera ripreso a passeggiare fra le vetrine di una boutique per donna vestito in golfino d’angora, gonna lunga e tacchi alti corredato da borsetta, cappellino e trucco pesante.

Lo scopo di tutto ciò è chiarire che nonostante le apparenze egli non è un finocchio e le donne gli piacciono così tanto da volerle impersonare finanche a costo di deformare i vestiti della brava mogliettina, indecisa su come gestire un marito che ha un indole spaccata in due.

Glen o Glenda, se preferite, è travolto da allucinazioni diaboliche plasticamente messe in scena da Wood prima del gesto finale di estrema unzione eseguito da Barbara che accetta il travestitismo di Glen offrendogli il suo golfino d’angora.

Fine?

Nemmanco per idea! Il dottor Alton ha un’altra storia da raccontare all’ispettore Warren sull’ambiguità sessuale, più breve ma anche più radicale ed ha come protagonista un ermafrodito di nome Alan che dopo aver fatto il militare decide di avere uno ed un solo sesso, quello femminile e chiamarsi Ann.

                                                                                            FINE

 

E il caso del travestito morto di cui si occupa l’ispettore Warren? Quale caso?

Superfluo dire che “Glen or Glenda” merita veramente la palma d’oro come uno dei film più orripilanti mai fatti ma ha anche il merito di mettere in mostra la voglia di fare cinema ad ogni costo e a costo zero di Ed Wood, il suo maldestro talento e l’involontaria capacità di far coabitare in una sola pellicola un bufalo e un travestito.

Il pregio più grande rimane quello di aver ispirato Burton per uno dei miei film preferiti in assoluto che ci permette in qualche modo di capire cosa passava per la testa di Ed Wood.

 

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